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SANTO - S. FELICE DA NICOSIA-a1.jpg

SANTO FELICE DA NICOSIA – 2

2,90

Esaurito

Descrizione

San Felice all’anagrafe Giacomo Amoroso nasca a Nicosia nel 1715, il padre era calzolaio e mandò il ragazzo ancora giovanissimo a lavorare nella calzoleria più importante della città in modo che apprendesse i segreti del mestiere. Giacomo imparò velocemente il mestiere, ma nello stesso tempo si era molto avvicinato al Convento dei frati Cappuccinelli.

Nel 1733 chiese di entrare a far parte dome fratello laico nell’ordine dei cappuccini, ma la sua domanda non fu accolta anche a causa delle condizioni economiche precarie della sua famiglia alla quale era fondamentale il suo apporto.

Dieci anni più tardi alla morte dei genitori fece nuovamente richiesta di ammissione all’ordine dei Cappuccini che lo ammisero al noviziato nel convento di Ristretta con il nome di fra Felice. Un anno più tardi nel 1744 dopo avere preso i voti fu inviato al suo paese natale dove per ben 43 anni svolse il compito di questuante. Nel convento esercitò vari lavori, portinaio, ortolano, calzolaio e infermiere, non solo a Nicosia ma anche nei paesi vicini, Capizzi, Cerami, Mistretta e Gagliano.

Aveva uno straordinario amore per i bambini, e dalle sue tasche tirava fuori una noce, o delle nocciole per loro che erano si un dono ma anche lo spunto per tenere lezioni di catechismo ed avvicinare le loro anime a Cristo.

Dava una mano ai poveri, si prodigava per i bisognosi e aiutava i malati e la domenica era solito recarsi in visita ai carcerati ai quali portava il suo conforto.

Il suo superiore spesso lo trattava duramente e sovente lo umiliava chiamandolo ipocrita, impostore ed anche santo della Mecca, ma fra Felice era solito rispondere “ così sia per l’amor di Dio”

Si narra che lo stesso superiore lo obbligò ad esibirsi con indosso abiti carnevaleschi nel refettorio del convento ed a distribuire della cenere impastata come se fosse ricotta fresca e che la stessa una volta posta nei piatti, miracolosamente si trasformò in questo delizioso formaggio.

Distribuiva delle striscioline di carta che utilizzava come rimedio per tutti i mali e sulle quali erano riportate delle invocazioni alla Beata Vergine e che spesso diventavano miracoli facendo accrescere sempre di più la fama del frate.

Quando le forze gli vennero meno per via dell’età e per la salute cagionevole lasciò i suoi compiti per dedicarsi alla preghiera. Nel maggio del 1787 mentre era nel suo orto si accasciò a terra privo di forze e dopo alcuni giorni passati nel suo letto, il 31 maggio si raccomandò a S. Francesco ed alla Madonna e chiese al superiore il permesso di morire.

Dichiarato Beato il 12 febbraio 1888 da papa Leone XIII

Papa Benedetto XVI, nella sua prima cerimonia di canonizzazione, lo ha proclamato santo il 23 ottobre 2005 in piazza San Pietro.
La data del suo culto e fissata dalla Chiesa universale il 31 maggio mentre i Frati Cappuccini lo ricordano il 2 giugno.

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