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p N. 58 – AGOSTO 2013 / SPECIALE ANTHOLOGY I MIGLIORI ARTICOLI

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In Italia il peggiore cover-up

Circa un anno fa, l’Huffington Post americano pubblicava la testimonianza di un ufficiale della US Air Force in pensione, Richard French, secondo il quale a Roswell, in quello storico 1947, si schiantarono ben due navicelle extraterrestri, di cui una abbattuta da un aereo sperimentale statunitense decollato dalla base di White Sands, in New Mexico, e dotato di un’arma a impulsi elettromagnetici. Quasi contemporaneamente, un agente della CIA, Richard Brandon, rilasciava dichiarazioni su documenti top secret riguardanti il caso Roswell, da lui visti “per caso”, che lo avrebbero convinto dell’origine ET del velivolo caduto vicino all’ormai famosa cittadina americana. Le dichiarazioni di Brandon avevano fatto più scalpore perché accompagnate dalla pubblicazione di un romanzo, The Cryptos Conundrum, sul ruolo dei servizi segreti nella questione ET, la nascita della CIA e del cover-up UFO, e la creazione di un comitato apposito, (il Majestic-12?) che avrebbe dovuto occuparsi di tutto ciò che riguardava la realtà aliena, in modo autonomo rispetto al Congresso. Una conferma, insomma, di quanto molti ricercatori e insider hanno già detto, ma questa volta da un agente dell’Agency per eccellenza. French, durante la sua deposizione al Citizen Hearing on Disclosure, di cui abbiamo pubblicato un report sul numero di giugno, ha rilasciato altre dichiarazioni, che riportiamo questo mese nell’articolo “Il Disclosure a Washington”, a cura di Paola Harris. Vale la pena di leggerle, perché in esse French racconta di essere stato un investigatore del Project Blue Book, per il quale doveva screditare i casi ufologici, ma un bel giorno fu testimone non solo di due velivoli che lui ritiene essere stati di origine extraterrestre, ma anche del suo equipaggio… Il negazionismo assoluto delle autorità in materia ET sta venendo meno, anche se non tutti se ne accorgono. I principali quotidiani statunitensi si sono occupati dell’evento di Washington. Questo vorrà pur dire qualcosa. E se non comporterà una dichiarazione ufficiale al mondo sulla realtà aliena, dovrebbe almeno far ricredere sul fatto che gli «UFO reali come gli aerei che volano sulle nostre teste», per citare Paul Hellyer, siano qualcosa che non ci riguarda. L’Italia, tuttavia, sembra impermeabile a tutto questo. Nonostante nel nostro Paese abbondino le pubblicazioni di settore, vi siano moltissimi siti e blog sull’argomento, e trasmissioni televisive che ne parlano hanno un certo successo, il tema è del tutto estraneo alla discussione pubblica e politica. L’Europa in questo senso si dimostra – non è una sorpresa – molto conservatrice, e l’Italia in primis, nonostante quello che mi sembra un buon interesse da parte del pubblico. Il divario fra establishment nel suo insieme e popolazione civile in materia di UFO è quanto mai netto in Italia, e non si intravedono miglioramenti. Se vi sono militari italiani che “sanno”, non hanno evidentemente il permesso di parlare, nemmeno una volta andati in pensione, come accade negli USA. Perché? Perché il cover-up in Italia è più forte che in America?

Lavinia Pallotta