(gr. 820) CAMPANA TIBETANA battuta a mano
238,00€
1 disponibili
Descrizione
- campana compreso di martelletto
- diametro della campana cm. 22×10
- Made in Nepal
CAMPANE TIBETANE
Da sempre, il suono ha avuto un valore simbolico e significativo come pochi altri elementi: considerato principio primordiale, è collegato al verbo, ritenuto origine ed inizio di ogni cosa.
Questa concezione è presente in molte usanze religiose, dove il suono è considerato un mezzo per comunicare con il Divino, basti pensare alla recita del rosario dove il proferire la parola nella ripetizione della preghiera porta ad uno stato di contemplazione e quindi di avvicinamento a Dio, così come nello sciamanesimo è lo sciamano stesso che utilizzando strumenti diversi spesso rudimentali opera da intermediario sfruttando le vibrazioni acustiche per riequilibrare l’ordine e la coesione tra gli uomini, nella società e con la natura che lo circonda.
Non a caso, tra le arti, alla musica è attribuito da sempre un ruolo di privilegio.
Negli corso del tempo, infiniti sono stati gli strumenti inventati dall’uomo ed adoperati per gli scopi più diversi, anche se i più interessanti sono quelli associati a pratiche precise: tra questi, suscitano una particolare attenzione delle ciotole dalla forma molto semplice chiamate campane tibetane, nome legato alla loro provenienza.
Le campane tibetane chiamate anche gong rin, ciotole dell’Himalaya, singing bowl sono di fatto strumenti musicali, campane statiche da terra che vengono suonate tramite un batacchio, sorte con la tradizione pre-buddhista sciamanica scaturita dall’antica religione bon-po.
Nate molto probabilmente in India al tempo del buddha Shakyamuni, lo storico Siddhartha Gautama vissuto dal 560 al 480 circa a.C., vennero introdotte in Tibet dal venerabile maestro tantrico Padmasambhava all’incirca nell’ottavo sec.d.C., fondatore e divulgatore del buddhismo in quella zona e nella regione del Sikkim; tipiche della regione himalayana, le ciotole dall’antico Tibet si diffusero poi in tutta l’Asia dove il loro utilizzo si estese al Nepal ed India raggiungendo paesi dell’estremo Oriente quali Cina, Giappone e Corea.
Certamente c’è corrispondenza con le originarie campane decorative che venivano create dagli artigiani lungo tutto il tragitto della Via della Seta, percorso che dal vicino Oriente portava poi in tutto il continente asiatico.
In realtà, da studi fatti, si ha la certezza che l’uso del suono associato a diverse attività fosse conosciuto ed ampiamente impiegato dal V sec.a.C, e ad avvallare e confermare queste tesi sono stati anche degli importanti ritrovamenti fatti in Cina: in tombe e tumuli vennero rinvenute delle forme in metallo simili appunto a contenitori come anche altri oggetti che percossi erano in grado di diffondere un suono perfetto, questo già nel IV sec.a.C.
Sconcertante fu pure la scoperta dell’esistenza di ciotole dalla forma di calotta cranica ed ecco ancora un altro legame con la kapala le quali erano costruite in modo tale che a seconda di dove le si batteva, la vibrazione assumeva tonalità differenti, come se percuotendo nella corrispondenza dell’osso occipitale il suono cambiasse rispetto al timbro che poteva produrre la parte dell’osso temporale.
In origine, le campane potevano essere completamente lisce o al massimo ornate con essenziali disegni astratti; le moderne, anche per soddisfare le richieste del mercato, vengono spesso decorate con raffigurazioni del Buddha, mandala e oggetti legati alla locale tradizione religiosa.
Anticamente le campane tibetane venivano realizzate in una lega bronzea composta da due soli componenti, il rame e lo stagno; successivamente, gli artigiani aggiunsero un pò di ferro e via via ne unirono altri fino ad arrivare a sette, in relazione a sette tra i pianeti celesti; nell’astrologia tibetana, ad ogni corpo celeste corrisponde un metallo o elemento e quindi ecco spiegato l’uso di più materiali per la realizzazione di questi particolari oggetti.
– Oro è collegato al Sole
– Argento alla Luna
– Ferro a Marte
– Mercurio a Mercurio
– Stagno a Giove
– Rame a Venere
– Piombo a Saturno
Questo tipo di ciotole erano sicuramente le più comuni anche se ne sono state ritrovate altre fatte con nove e fino a dodici metalli legati insieme.
Oggigiorno, la maggior parte delle campane è realizzata fondendo cinque metalli, questo fa sì che a differenza delle antiche il suono sia meno lungo e quindi meno persistente; attualmente la produzione di ciotole è prevalentemente nepalese, ma ne vengono create anche in Cina e India.
Le autentiche campane tibetane sono comunque solamente quelle realizzate in Tibet prima dell’invasione e della persecuzione cinese commessa nei confronti di questo popolo.
Lo scopo di questi strumenti è di riprodurre in maniera perfetta il sublime suono dell’Aum, l’Om originario, sillaba, sunto ed essenza di ogni mantra sacro induista e buddhista, considerato il suono primordiale capace di portare all’Illuminazione, unica preghiera in grado di giungere al cospetto del Divino.
Sette sono anche i chakra, i nuclei o centri che esistono nel nostro corpo immateriale ed impercettibile, secondo le dottrine religiose tantriche induiste e buddhiste, sedi della preziosa ed invisibile energia divina che è in noi, così come sette sono le note musicali.
Alla luce di tutte queste considerazioni, è quindi molto chiaro quanto fossero di grande interesse questi oggetti, ritenuti non solo dei semplici strumenti musicali ma dei veri e propri veicoli capaci di condurre l’animo umano in uno stato di trascendenza legato alla meditazione.
Le campane sono delle semplici ciotole a vedersi, ma il loro valore simbolico va molto al di là di questa apparenza: nella cultura tradizionale, si pensava che la parte concava rappresentasse la saggezza consapevole dell’esistenza della vanità, mentre il batacchio per suonarla fosse la vanità stessa.
Strofinando il bordo con l’apposito bastoncino, la campana comincia a vibrare, creando così un effetto acustico che racchiude più risonanze, dove il suono di base, chiamato prima armonica, non è percepibile ad orecchio, mentre si possono sentire le altre due, la seconda e la terza armonica, capaci di essere udite e di penetrare all’interno di noi.
Queste particolari tonalità sonore sono da sempre utilizzate nei riti religiosi al fine di indurre e favorire la meditazione, portando così l’individuo sulla via dell’Illuminazione oltre che dal punto di vista pratico per segnare l’inizio ed il termine della contemplazione silenziosa nella disciplina dello yoga e nella musicoterapia, grazie anche all’effetto terapeutico che producono.
La mente si rasserena e calma, così come le emozioni si risvegliano: tenendo la ciotola sul palmo di una mano e suonandola con il batacchio, la nota che ne esce si infonde dentro di noi, dal braccio si espande in tutto l’organismo, ci pervade e colma, guidandoci ed accompagnandoci in uno stato mentale fortemente trasformato, capace di fluire anche all’esterno del nostro corpo.
Ogni campana possiede un differente timbro, a seconda delle proprie caratteristiche diversi metalli utilizzati e quindi differente composizione, spessore della fusione… ma dipendente anche dallo stato emotivo e psico-fisico di colui che la suona: questo è dovuto soprattutto al fatto che ogni persona possiede un proprio equilibrio sensibile, che naturalmente si ripercuote sullo strumento stesso.
Anche l’utilizzo delle campane poteva variare a seconda dell’area geografica: mentre in Tibet e Nepal, come nella regione himalayana, il loro uso era strettamente correlato a ragioni di carattere confessionale, in Giappone, ad esempio, erano forgiate per essere donate ai templi, lavorate ed abbellite con fregi e disegni spesso associati alla famiglia che le commissionava come pure all’artigiano che le fondeva.
Questa pratica la si trova ancor oggi in molte religioni, basti pensare all’ortodossa come pure alla cattolica, dove le casate donavano, ed ancora donano, icone ed effigi sacre a chiese e monasteri; questa tradizione ci fa capire che tali oggetti erano legati al culto ed alla preghiera e non sicuramente creati per il commercio anche se nel tempo, dato il loro speciale significato, hanno acquisito un valore economico che li rende molto ricercati e desiderabili.
Sia i suddetti manufatti sia le campane, forse anche per il loro fascino associato a paesi e culture lontane, sono in Occidente molto richieste, spesso adoperate anche impropriamente con il solo scopo di oggetto decorativo, snaturando il vero e profondo valore simbolico intrinseco.
C’è comunque da ricordare e sottolineare l’utilizzo terapeutico delle campane tibetane, impiegate nei trattamenti di rilassamento, nello yoga ed in tutti quelle cure volte ad equilibrare e portare ad uno stato di benessere fisico e mentale la persona che vi si sottopone.