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TRILOGIA DELL’INFINITO

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Descrizione

Il tuo aldilà personale – Discorso sull’infinito – La scrittura del dio

“Trilogia dell’Infinito” raccoglie in un unico volume tre opere già pubblicate da Igor Sibaldi: “Il Tuo Aldilà Personale”, “Discorso sull’Infinito” e “La Scrittura del Dio”.

Dal linguaggio dei gatti al linguaggio segreto degli Dèi, dalla crescita personale alla letteratura metafisica, nella “Trilogia dell’Infinito” Igor Sibaldi, con sapiente ironia, ci accompagna in un viaggio alla scoperta di ciò che ci attende nel momento in cui decidiamo di varcare l’orizzonte della nostra mente ordinaria e di esporci all’Infinito.

E l’Infinito è un’intelligenza, accessibile a tutti, che svela scenari ignoti e fecondi.

In un momento di grande svolta evolutiva, in cui molti resteranno indietro e altri si accorgeranno di possedere talenti inauditi, la “Trilogia dell’Infinito” ci guida al superamento dei limiti che abbiamo ereditato e della tentazione di lasciare che il mondo ci sottovaluti.

È una mappa per il pensiero, un manuale di conoscenza, per trovare ispirazione ovunque e agire.

«Perché una persona non riesce?» scrive qui Sibaldi. «Solo perché non osa sapere cosa le manca. Perché non osa? Perché ha paura di disobbedire e di scoprire che tutto, nel mondo, è più docile di quanto si creda».
Inizio del Libro “Le tue Ragioni Personali”

«Si comincia sempre in un luogo segreto: un luogo senza memoria, perché nessuno si ricorda dov’è. Improvvisamente si è lì, felicemente intrappolati. Non dura molto. Si ha anzi l’impressione di averlo visto soltanto sparire. Tutto qui.

Ma tutto è lì. Lì hai il mondo intero, senza bisogno di voltarti per vederne le parti e per afferrarne qualcosa: è già tutto tuo. Non puoi nemmeno desiderare, dato che non si desidera ciò che è già tuo. E non si tratta di un avere, il verbo “avere” non c’entra proprio. Ѐ che, lì, tu non finisci, sei dappertutto, sei prima, sei poi.

Sono stati dati molti nomi a questo infinito, in ogni epoca, e soltanto per accorgersi che era e rimane più semplice di qualsiasi nome. Fiabe, leggende, fastidiose teologie e qualche paragrafo di filosofia, in ogni epoca, hanno testimoniato che esiste; tali testimonianze erano necessarie per un’unica ragione: perché capita a tutti, più volte al giorno, di essere così infiniti per un attimo, ma pochi osano accorgersene. Il che è triste, in quanto quell’attimo dà, in abbondanza, senza misura, la forza urgente di creare, scoprire, amare cose inaudite. Potrebbe darla a tutti, questa forza.

Solo che, se tutti o molti se ne accorgessero (se ammettessero di sapere), sarebbe troppo semplice creare, scoprire, amare. Come infatti è. Si vedrebbe che la fatica e gli errori sono soltanto esitazioni o inutile suspence. E buona parte delle attività e delle conversazioni quotidiane diventerebbero finalmente insopportabili.

Sarebbe bello, di una bellezza immeritata e ingiustificabile, cioè supremamente giusta. Che cosa lo impedisce? Forse la paura che non esserselo permesso finora sia ridicolo; è dura avere un passato ridicolo, chiederne scusa a se stessi e agli altri. A chi è in attesa di queste scuse saranno utili le pagine che qui seguono».

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