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AUTORITÀ SPIRITUALE E POTERE TEMPORALE NELLA TEORIA INDIANA DEL GOVERNO

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Descrizione

Mentre gli interessi di Coomaraswamy per le arti e per l’universo religioso e sapienziale hanno riscosso interesse e spesso plauso, il tema di questo testo ha invece suscitato forti riserve e ha portato molti studiosi a marginalizzare, trascurare e anche occultare volutamente i suoi studi sulla “dottrina politica tradizionale”, che apparivano scandalosi e inaccettabili.

La tesi espressa dallo studioso anglo-indiano è che il Potere temporale debba sottostare all’Autorità spirituale, depositaria dei “principi” che, in condizioni normali, dovrebbero ispirare il potere politico-amministrativo.

Coomaraswamy criticava il moderno “dogma” democratico (ma non la democrazia come principio di realistico autogoverno, specie a livello locale), l’egualitarismo, l’individualismo, la desacralizzazione della società. Sul piano positivo, sosteneva sia il fondamento trascendente dell’autorità di governo , – che solo così poteva essere legittima – sia il sistema delle caste, basato sull’eredità e sulla vocazione, il quale, a suo parere, se ben inteso e correttamente applicato, risulta valido anche ai nostri giorni, sia pure con alcuni aggiustamenti dovuti all’epoca in cui viviamo.

Le sue affermazioni ledevano troppo la sensibilità e la suscettibilità dei contemporanei, che perciò scelsero di ignorare, per quanto possibile, i testi, come questo, dove affrontava in profondità il tema scabroso dell’organizzazione politico-sociale.

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