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QUALCOSA ANZICHÉ IL NULLA

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Descrizione

  • La rivoluzione del pensiero cosmologico

Traduzione di Ugo Moschella
«La cosmologia può dare una risposta a un tipo di domande che la scienza moderna, da quando è apparsa, ha preferito non esaminare.
Tuttavia, è cruciale che non ci lasciamo trascinare da questo canto di sirene e che attribuiamo alla cosmologia un’unica funzione, identificandola come la ricerca razionale sull’origine e la creazione dell’universo; poiché, se è vero che tale questione può essere effettivamente trattata dalla cosmologia, essa non è altro che un’indagine tecnica resa possibile dalla vera funzione di questa scienza: la rifondazione della fisica.

La cosmologia deve essere intesa come critica che stabilisce una ragione cosmica e costituisce con questo atto la rifondazione della fisica; poiché tratta questioni che la fisica si è proibita quando si è autolimitata a trattare di quello che le pareva essere la realtà.
È cosí che dobbiamo intendere la funzione della cosmologia, come un riscatto della scienza dei primordi. Riscattare altri saperi, porsi la domanda fondamentale e ripeterla innumerevoli volte: “Perché esiste qualcosa anziché il nulla?”»

Alla sua nascita la scienza si impose volontariamente dei limiti ben chiari. Galileo e i pionieri dell’indagine scientifica decisero di prendere in considerazione solo i fenomeni direttamente quantificabili, quelli per cui era possibile mettere in opera un’analisi formale ed empirica controllabile. La fisica classica si occupava quindi di quel che «c’era» e sospendeva il giudizio su ciò di cui non poteva parlare, a partire dal vuoto, concepito come l’assenza di materia, il nulla, il non essere.
Soltanto nel Novecento, con la meccanica quantistica, il vuoto diventa un «oggetto» fisico con proprietà specifiche e controintuitive, un oceano in continua ebollizione pullulante di particelle virtuali, la trama attiva del mondo. Coniugando queste idee a quelle della relatività generale, la cosmologia ha infine preso su di sé un compito assai più vasto rispetto a quello iniziale di indagare l’infinitamente lontano, nello spazio e nel tempo.
Nel suo affascinante percorso la ricerca cosmologica è giunta non soltanto a ripensare i fondamenti della fisica, ma anche a invadere il campo della speculazione filosofica, proponendo strade differenti da quelle tradizionalmente battute.

Al punto che la domanda centrale della metafisica, che dà il titolo a questo libro – «Perché esiste qualcosa anziché il nulla?» – è divenuta anche la domanda centrale della cosmologia contemporanea. E con i suoi raffinati strumenti di indagine e di formalizzazione, questa disciplina ha abbozzato un primo tentativo di risposta, come ci racconta in questo libro Mário Novello: sembra proprio che l’universo fosse condannato a esistere, semplicemente perché è difficile, è molto difficile, è quasi impossibile non esistere.

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