IL RISVEGLIO DEL GIAPPONE
15,00€
1 disponibili
Descrizione
Riuscire ad avere una equa distanza dai fatti che hanno caratterizzato la vita della propria nazione, senza cadere nel nazionalismo becero o nella propaganda, la storia, ce l’ha insegnato, è molto difficile. Riuscire in questo intento avendo una visione concreta, una profonda conoscenza dei fatti e una capacità espositiva e divulgativa elevate, è ancora più raro.
Le opere che Kakuzo Okakura scrisse nei primi anni del secolo passato hanno queste caratteristiche, di osservatore attentissimo e al tempo stesso intento a dare una “visione” al lettore occidentale il più reale possibile.
Okakura scrisse questo libro in inglese per permettere al lettore occidentale di prendere coscienza di quello che, oggi lo stiamo ben vedendo, è stato il più importante cambiamento sociale della storia: l’unione di due mondi, quello orientale e quello occidentale.
L’arrivo del Commodoro Perry nel 1853, nella baia di Tokyo, concluse l’isolazionismo del Giappone, durato più di 300 anni, segnando il passaggio da un mondo a un altro: di fatto la storia dell’Oriente, della Cina, del Giappone, dell’India nel cambiare veste ha mutato profondamente anche l’Occidente.
Tutti i tentativi di dominazione che l’Occidente ha tentato su questi popoli sono miseramente falliti: il famoso sorriso orientale ha prevalso sull’arroganza materialistica dell’Occidente.
Nessuno scambio commerciale oggi potrebbe esistere senza il lavoro di questi popoli; la nostra cultura è intrisa nel profondo della loro arte, del loro pensiero, del loro modo di vedere.
Il risveglio del Giappone di Okakura tratta di questi aspetti e del cambiamento, e come uno stratega puro l’Autore comprese che solo l’unione dei popoli per il bene dell’umanità era la strada da percorrere.
Dice l’Autore, proprio in chiusura del suo testo, che ricordiamo, è stato scritto nel 1905:
«Quando cesseranno le guerre? Nell’Occidente la morale internazionale rimane ben al di sotto del livello raggiunto dalla moralità individuale.
Le nazioni aggressive sono prive di coscienza, e la cavalleria viene dimenticata nella persecuzione dei popoli più deboli. Chi non ha il coraggio e la forza per difendersi è destinato a essere schiavo. È triste per noi pensare che il nostro migliore amico sia ancora la spada. Che cosa significano queste strane combinazioni mostrate dall’Europa l’ospedale e il siluro, il missionario cristiano e l’imperialismo, il mantenere vasti armamenti come una garanzia di pace? Queste contraddizioni non esistevano nell’antica civiltà dell’Oriente. Non erano questi gli ideali della Restaurazione giapponese, non è questo l’obiettivo della sua riforma.
La notte dell’Oriente, che ci aveva avviluppato nelle sue pieghe, è stata dissipata, ma troviamo il mondo tuttora nel crepuscolo dell’umanità. L’Europa ci ha insegnato la guerra; quando imparerà i benefici della pace?».
Informazioni aggiuntive
Editore | |
---|---|
Formato | |
Pag. | |
Anno |