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APOCALISSI APOCRIFE

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Descrizione

Nell’amplissima produzione di apocrifi che caratterizzò i primi secoli del cristianesimo, le Apocalissi rappresentano un filone di singolare interesse.
Sulla scia dei testi apocalittici dell’Antico Testamento e dell’Apocalisse di san Giovanni, si sviluppa una ricca letteratura rappresentata da scritti greci, latini, copti, siriaci, etiopici, arabi’nei quali le visioni paradisiache ed infere dell’aldilà e l’annuncio della fine del mondo con i suoi segni premonitori tra cui la manifestazione dell’Anticristo esprimono la fede e la fantasia delle antiche comunità cristiane e dell’anima medievale intorno ai destini ultimi dell’uomo e del cosmo.

Nel venir meno dell’universo, consunto da immani catastrofi, tra nubi di sangue, astri liquefatti, abissi che muggiscono, si muovono l’angelo Tartaruco custode dell’inferno e Uriele angelo della collera e il condottiero Michele, ministri di una giustizia esigente e persino feroce: mentre un mondo di soavità, di luce, di abbondanza, di cori angelici, popolato dalle amiche presenze dei patriarchi e dei santi, si apre ai giusti che hanno concluso nella fedeltà a Dio la loro parabola terrena.

Questi opuscoli clandestini, rifiutati dalla Chiesa ma assai diffusi a livello popolare, documentano, oltre alle attese e ai timori dell’epoca in cui sono nati, lo sforzo costante della spiritualità cristiana di configurare, in modo accessibile alla mente e al cuore degli uomini, le risposte della fede alle loro domande più ardue.

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