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LA TENDA ROSSA

20,00

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Descrizione

A vent’anni dalla prima edizione, torna in Italia il bestseller mondiale che racconta la storia biblica da un altro punto di vista.

Leggetelo perché è molto più che una semplice, bella storia ricca di avventura.

In questo romanzo Dinah rievoca le vicende della propria famiglia, quella del patriarca Giacobbe, di cui è l’unica figlia femmina, e riporta in vita i riti e le dinamiche segrete tra le donne della tribù – Leah, Rachele, Zilpah e Bilhah – che la Bibbia cita ma a cui non ha mai dato voce.

Patriarcato, contatto con la divinità, riti di iniziazione e potere femminile emergono attraverso le vicende della discendenza di questo personaggio straordinario.

La tenda rossa, che dà il nome al romanzo, è il luogo in cui le donne della tribù si riuniscono nei giorni del ciclo per raccontarsi storie, riposare e venerare le proprie dee.

Dinah, l’unica figlia di Giacobbe, quella di cui la Bibbia parla a stento e solo come fattore scatenante delle vicende della sua tribù, racconta come sono andate le cose dal suo punto di vista.

E non solo il suo: quello delle sue madri, sorelle tra di loro nonché mogli del patriarca – Leah che l’ha messa al mondo, Rachele che le ha insegnato le arti di levatrice, Zilpah e le sue visioni, e la gentile Bilhah.

E ancora la storia di Rebecca, l’altera, nobile e fredda madre di Giacobbe, e di Renefer, madre del grande amore di Dinah, e di Meryt, sua amica fino in fondo.

Di altre, tante altre donne, tutte all’ombra della tenda rossa, il luogo in cui le donne della tribù si riuniscono nei giorni del ciclo per raccontarsi storie, riposare e venerare le proprie dee.

Sì, ci sono anche gli uomini: Giacobbe e Laban, nonno di Dinah e padre delle sue madri, l’amato Shalem e Benia, Giuseppe e tutti i suoi fratelli… ma la tenda rossa vive senza di loro, per quanto essi vi orbitino attorno.

Questo romanzo parla di donne alle donne.

Leah ama sua figlia ed è sveglia e brillante, ma è anche prepotente e materialista. Rachele? Bella, affascinante ma capace di portare rancore per tutta la vita. Persino la quasi mitologica Rebecca è crudele e vanesia, eppure potente, e la povera Ruti, l’ultima moglie del vecchio Laban, viene spesso maltrattata dalle altre donne, che convivono con il senso di colpa per non essere state capaci di includerla.

Non ci sono sante o eroine in questa storia, solo persone con un sacco di difetti che non impediscono a nessuna di esse di trovare l’amore…

Quella di Dinah, di vita, è tutt’altro che semplice.

Prima bambina che vuole diventare donna, curiosa e ingenua e un po’ relegata ai margini di una società fatta di madri, e quindi donne adulte che vivono l’esclusività della tenda rossa, e di uomini, un esercito di fratelli nati dalle quattro madri. Poi gettata nel mondo adulto in un lampo di gioia che si tinge subito di sangue…

La vicenda è raccontata in prima persona da Dinah, che ci prende per mano per narrarci la sua lunga vita.

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