Search
Generic filters
Search in title
Search in content
Exact matches only
Filter by Custom Post Type

JEAN PIAGET

12,90

4 disponibili

Descrizione

  • L’uomo, lo psicologo, il pedagogista

Quando muore un grande dell’umanità le lacrime da sole non bastano, certo se ne versano tante in privato magari, ma di fatto occorre dare una risposta a quella perdita, arginare cioè in modo compatto la lacerazione che un evento puramente biologico ha provocato al sistema intero. Si avvia così il meccanismo della testimonianza da intendersi non tanto come celebrazione reverenziale, ma quale atto di “conforto” di e per tutti gli altri, ai quali, come dicevamo all’inizio, l’intimo pianto non basta.

Nel settembre del 1980 accadde proprio tutto questo: la vita abbandonava Jean Piaget e tutti fortemente sentimmo quell’estrema necessità.
Da allora sono trascorsi sedici anni. Pochi? Tanti? Non lo sappiamo, è certa però la volontà di continuare a testimoniare con sincero impegno, il nostro colloquio con Piaget. Un personaggio, un’immagine, un mito. Egli rappresenta agli occhi di molti, anche di coloro che di psicologia e di epistemologia non sono certo specialisti, il ritratto tipico di un grande scienziato. Capelli di un candido inconsueto e un po’ arruffati, una pipa leggendaria per compagna, grande genialità e molta fantasia; Piaget fa parte di quella razza di uomini un po’ misteriosi, mezzi scienziati e mezzi artisti, trasformati dall’immaginario collettivo in figure-simbolo come, per esempio, quella di Albert Einstein. Nella nostra prima edizione in lingua francese pubblicata in occasione del suo 80° compleanno, ci eravamo chiesti quale poteva essere il modo migliore, originale, ma nel contempo semplice per presentarlo al comune cittadino.

Freud, Pavlov, Marx ed altri, per esempio, erano stati presentati anche in una versione a fumetto. Per un breve istante quest’idea ci sfiorò anche per lui “le Patron” termine rispettoso, ma anche affettuoso, con il quale ex-studenti e collaboratori lo qualificavamo, lui che, con questo titolo, era stato messo dalla rivista americana “Psycology today” allo stesso livello del padre della psicoanalisi. Lui che come Freud si era occupato del modo in cui funzionava lo sviluppo della personalità, con una sola grande differenza: Piaget si era maggiormente interessato all’aspetto cognitivo, mentre Freud si era occupato specialmente dell’aspetto affettivo.

Jean Piaget è un saggio che ha messo al centro della sua vita il lavoro scientifico, lavoro che esprime con la scrittura che è la sua vera passione. Scrive al suo tavolo di lavoro, in città come in montagna, ma anche al caffè, in aereo, così come durante le sedute delle decine di comitati di cui fa parte e a cui presta le sue orecchie e la sua voce, ma raramente la sua penna. E’ con queste parole che Paul Fraisse, l’eminente psicologo francese, iniziava l’apertura dell’anno accademico 1966-67 alla Sorbona. Questo infaticabile lavoratore è un solitario, ma al contempo nessuno è più socievole di lui; estremamente serio, è capace di dimostrarsi un simpatico compagno. Intransigente quando crede di essere nel vero, resta aperto ad ogni dialogo.

Questo scienziato che, permettetemi la definizione, è un monumento storico vivente la cui immagine si trova in tutti i laboratori di psicologia dell’Ovest come dell’Est, è il più semplice uomo nella vita privata, come nelle sue relazioni con gli altri, siano essi il cameriere del caffè di fronte l’Università, la hostess dell’aereo che lo accompagna al di là dell’oceano o i suoi giovani collaboratori. Tra questi poli estremi, la saggezza di Jean Piaget risiede soprattutto nell’aver saputo realizzare un equilibrio, fatto simbolo e messo al centro della sua vita personale, ideale, questo, al quale tende, secondo le sue ricerche, il pensiero nel suo tentativo di dominare la Realtà…

Informazioni aggiuntive

Autore

,

Editore

Formato

Pag.

Anno