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MELATONINA L’ORMONE DEGLI DEI

18,00

Esaurito

Descrizione

I neurotrasmettitori prodotti dalla ghiandola pineale consentono l’incontro con Dio?

Cos’è la ghiandola pineale e perché viene identificata come il terzo occhio? Questa ghiandola agevola la sperimentazione dell’estasi mistica e la produzione di melatonina e serotonina.

Per millenni i mistici hanno parlato del terzo occhio senza che la scienza avesse la possibilità di verificare se nel corpo umano esisteva veramente un organo identificabile con la struttura ipotizzata dal misticismo.

Persino San Clemente d’Alessandria, grande filosofo cristiano, accenna alla ghiandola pineale durante i riti di iniziazione ai Misteri.

I mistici di tutte le religioni conoscevano l’importanza della ghiandola pineale, ma la scienza ignorò questa struttura fino ai giorni nostri.

Soltanto oggi la scienza è in grado di capire che effettivamente nel cervello esistono dei neurotrasmettitori prodotti dalla ghiandola pineale capaci di stimolare un’area della corteccia cerebrale (quella temporale) che presenta caratteristiche del tutto particolari.

L’esaltazione di questa area corticale consente infatti di sperimentare l’estasi mistica e dilatare la coscienza al punto da raggiungere quella Verità metafìsica che gli uomini hanno chiamato Dio. La ricerca è aperta e il futuro ci riserverà sorprese straordinarie.

“La ghiandola pineale, che produce la melatonina, è rimasta nell’oblio per centinaia di anni, forse perché soltanto ora si ha la possibilità di esplorare la sua chimica e le connessioni che ha con altre ghiandole, con organi e tessuti dell’organismo.

Il fatto che non abbia ancora un ruolo ben definito ci consente di avanzare delle ipotesi prendendo spunto dalle dichiarazioni fatte dai mistici che la identificano con il terzo occhiò, il traghetto che conduce alla divinità.

E in questo clima noi ci addentreremo nella sua esplorazione, lasciando ai laboratori il compito di tracciarne la fisionomia più intima e incoronarla, a buon diritto, uno dei centri cerebrali più interessanti per la vita dell’uomo in un ambiente ostile com’è il nostro pianeta.”

Giancarlo Rosati

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