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INSIEME OLTRE LA SOGLIA

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Descrizione

Storie vere di esperienze di morte condivisa e il loro insegnamento

Nel 2000, il terapeuta specializzato in malattie terminali, William J. Peters, era volontario presso lo Zen Hospice Project di San Francisco, quando ebbe un’esperienza straordinaria mentre stava leggendo un libro ad alta voce a un paziente: improvvisamente si sentì fluttuare a mezz’aria, completamente fuori dal suo corpo.

Il paziente, anche lui in alto, lo guardò e sorrise. Un attimo dopo, Peters sentì che era tornato nel suo corpo… ma il paziente non riprese mai conoscenza e morì.

Perplesso e sbalordito, Peters iniziò a cercare altre persone che avevano condiviso esperienze simili. Trascorse i vent’anni successivi raccogliendo e classificando meticolosamente le loro storie per identificare i modelli e le caratteristiche chiave di quella che oggi è nota come esperienza di “attraversamento condiviso”.

Le somiglianze, che attraversano continenti e culture diversi e includono grandiosi effetti visivi e sensoriali e potenti postumi emotivi, erano impossibili da ignorare.

“La cultura moderna ha un rapporto difficile con la morte. Il nostro linguaggio è infarcito di frasi come «angoscia della morte» o «paura di morire». Esperti di fitness, cosmetici e trattamenti di bellezza si fanno vanto della loro capacità di aiutarci a «riportare indietro le lancette»: il messaggio sottinteso è che possiamo tenere a bada l’inevitabile fine della vita.

La scienza medica moderna è ancora più esplicita: la medicina spesso confonde la speranza con i nostri migliori sforzi per resistere alla morte. Le procedure mediche aggressive che prolungano la vita umana sono spesso viste come una testimonianza del nostro amore per un’altra persona: parliamo di «cure miracolose» e «possibilità su un milione».

In molti di noi – compreso un numero significativo di appartenenti alla professione medica – il pensiero della morte di un’altra persona suscita un senso di colpa. La frase che utilizziamo più comunemente per esprimere il nostro cordoglio è: «Mi dispiace per la tua perdita». […]

Vorrei umilmente suggerire che è giunto il momento di ripensare il nostro approccio alla morte. Per farlo, vi chiederò di mettere da parte tutto ciò che sapete – o pensate di sapere – sulla fine della vita.”

William J. Peters

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