IL POLTERGEIST
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Descrizione
- Analisi di un linguaggio
Un’innovativa interpretazione del poltergeist come espressione dell’inconscio.
“Il poltergeist non è uno spettro, né un alieno (indipendentemente dalla possibilità che assuma entrambe le identità). Il poltergeist è l’uomo stesso, lo specchio di una sua realtà interiore cui raramente gli è dato trovarsi di fronte”.
Partendo da quest’assunto fondamentale l’autore analizza uno dei più strani fenomeni che, sebbene raramente, accade in alcuni ambienti, domestici o altro. Interpreta la sua manifestazione – di carattere sostanzialmente paranormale – come un linguaggio preverbale di origine inconscia. Ne emerge un quadro organicamente strutturato del fenomeno che presenta alcuni elementi semantici e sintattici propri dei linguaggi, almeno di quelli legati alle emozioni e alla spontaneità, come il gioco, il mito, il sogno e certi ritualismi di carattere magico.
Le analogie sono elaborate attraverso la psicanalisi, la teoria dei giochi – utile a capire il carattere ludico di molti comportamenti del poltergeist – e l’antropologia culturale.
Vengono individuate ulteriori affinità con i processi comunicativi che mostrano la natura espressiva del poltergeist, la sua voglia di significare un non-detto. Ciò che soprattutto viene messo in evidenza è come nello studio del poltergeist si riflette tutta la complessità dell’esperienza umana presa nei diversi aspetti sia della psicologia individuale che della relazionalità sociale e culturale.
Nel testo è inserita, gradualmente e in coerenza con lo sviluppo dell’argomento, un’ampia e dettagliata panoramica della casistica con citazione diretta delle fonti.
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