IL LIBRO DELLA SAGGEZZA
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Descrizione
Atisha, alias Dipamkara Srijnana, si dice fosse il figlio di un re di Zahor, una terra in cui fiorì un’interessante tradizione tantrica, e che viene posta ora nell’India nord orientale, ora nel Bengala. Come Osho spiega nel primo capitolo, egli approfondì tre Vie alla realizzazione e divenne così insigne da essere invitato in Tibet, all’epoca sprofondato da più di un secolo in disordini di tipo politico e religioso, dal re e dalla corte, stanchi di tante liti e fazioni. Egli vi giunse nel 1042 e vi morì nel 1054, a pochi chilometri da Lhasa. Trovò un paese in preda all’autarchia spirituale più caotica, alla quale contrappose solo la propria esperienza di intima armonizzazione. I risultati non tardarono: intorno a lui fiorì una scuola che diede frutti fecondi, in termini di realizzazione della coscienza, al punto che oggi è pressoché universalmente riconosciuto il suo ruolo di cardine della spiritualità tibetana.
La pratica presentata in questo libro, detta “addestramento mentale in sette punti”, è dunque trasmessa da circa mille anni, senza soluzione di continuità; e oggi come ieri si rivela uno strumento indispensabile per armonizzarsi e non perdersi nel caos del mondo. “Addestramento mentale” è la traduzione letterale del tibetano lo Jong, tuttavia occorre tener presente che in Tibet non viene fatta alcuna distinzione tra mente e cuore, quindi, questo addestramento comporta una trasformazione sia della mente che del cuore.
Paradossalmente, le istruzioni che Atisha diede un tempo acquistano una squisita attualità in quanto egli insegna semplicemente a rispondere, radicandosi in se stessi, più intimamente e più profondamente, in questo modo si usa il contesto esteriore per esternare sempre di più, e con sempre maggior chiarezza, la propria vera natura. Così, semplicemente vivendo, la vita diventa un viaggio della consapevolezza, un percorso evolutivo in cui si sale, passo dopo passo, fino alla vetta suprema dell’illuminazione.
Il testo di Atisha, come la maggior parte dei testi orientali, è sintetico fino ad essere incomprensibile. Venne ridotto all’essenziale per poter essere facilmente ricordato, e quindi trasmesso integro da un Maestro all’altro, in modo che non venisse scordato un solo passo e non perdesse nulla della propria efficacia. Si tratta di un ausilio mnemonico, il commentario è sempre stato accluso da colui che usava questi semi con i propri discepoli, variando in base a chi ascoltava le spiegazioni, per facilitare la pratica e la sua comprensione.
Un libro pratico, dalle parole di Atisha si passa alla pratica del lettore, confortato dal commento di Osho che aiuta a innestare il tutto nel mondo contemporaneo, intervenendo e superando la specifica confusione mentale che oggi ci accompagna.
Oggi Osho è un autore apprezzato per la sua capacità di trasmettere significati vissuti e da vivere, piuttosto che teorie e concetti. Per nulla intenzionato a convincere, Osho viene sempre più letto in quanto vettore di una prospettiva esistenziale verso la quale lo spirito del tempo pare incitarci a evolvere: una realtà tangibile, un destino che egli suggerisce di assumere consapevolmente, se si vuole che l’umanità abbia un futuro. Al di là di ogni giudizio è vero che Osho, in Italia, è un apprezzato “long-seller” e che i suoi libri vantano una produzione regolare e un equilibrio di vendite.