RAAGA BLANDA Composizioni 1916-1922
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Descrizione
Nell’aprile del 1920, sul settimanale Roma Futurista è pubblicato a piena prima pagina un lungo articolo intitolato Il pittore futurista J. Evola. Nello scritto si fa riferimento all’imminente uscita di un libro contenente le liriche più avanzate della produzione evoliana: Raâga Blanda mia cattiva sfera è il titolo.
Il lavoro doveva essere pubblicato dalla Casa editrice futurista di «Poesia». Il libro però non uscì mai. Molto probabilmente le elaborazioni teoriche evoliane – che volgevano precipitosamente su posizioni dadaiste – non vennero recepite positivamente in alcuni ambienti del futurismo, e per effetto di attriti personali finirono per logorare il rapporto con il capo del movimento, Marinetti, che congelò ogni rapporto con Evola, compresa la prevista stampa delle sue liriche.
Raâga Blanda resta così uno dei progetti mai realizzati di Julius Evola, chiuso in quel cassetto dell’esperienza artistica giovanile tanto originale e deflagrante quanto subito dimenticata da Evola stesso, che lasciò il posto all’attività filosofica per cui egli è maggiormente noto.
È negli anni Sessanta, però, che la grande intesa umana e professionale tra Evola e il suo editore Vanni Scheiwiller, studioso e critico d’arte milanese, riporta alla luce il progetto sepolto di Raâga Blanda. Fu così che Scheiwiller, contribuendo alla riscoperta e alla valorizzazione dei documenti dell’astrattismo e del dadaismo in Italia, nel 1969, cura la prima pubblicazione di Raâga Blanda, trenta poesie – tra edite e inedite – e due composizioni grafiche, che Evola riproduce a inchiostro su carta, riprendendo due disegni originali del 1919.
Nel presente volume è contenuta la ristampa anastatica di quell’edizione ormai introvabile, corredata dal bozzetto originale – mai usato – prodotto da Evola per la copertina, e dalla trascrizione dell’articolo apparso nel 1920 su Roma Futurista.
Il libro si apre col saggio introduttivo di Giorgio Calcara che racconta la storia della preziosa plaquette, dalla sua creazione negli armi dell’arte d’avanguardia alla sua riscoperta negli anni Sessanta, e che analizza il contenuto della raccolta poetica, avanzando un’originale definizione del concetto stesso di Raâga Blanda.
Nella postfazione, un inedito scritto di Giovanni Canonico racconta la storia della copertina di Raâga Blanda: dalla memoria di Canonico – editore e amico di Evola – arriva la testimonianza diretta, vibrante e preziosa dell’artista e del pensatore, scoprendone anche l’aspetto sentimentale umano.
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