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ISTRUZIONI PER MAGHI ERRANTI 3.0

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Descrizione

Un mago errante percorre un’unica strada che in realtà è doppia: quella del togliere ciò che non serve più e quella dell’aggiungere ciò che serve ora.

Il duplice sentiero può essere ricongiunto solo attraverso un elemento fondamentale: l’equilibrio.

Andrea Panatta, in questo nuovo capitolo di “Istruzioni per maghi erranti”, ti guida a scoprire e rimuovere gli ostacoli al raggiungimento di tale equilibrio, aggiungendo numerosi esercizi pratici che consentono di conservarlo e di procedere con passo sicuro sul duplice sentiero che conduce alla piena realizzazione di Sé.

La rivoluzione dei maghi erranti giunge alla sua terza, fondamentale tappa. Andrea, dopo aver condotto il lettore a comprendere cosa sia la sfocatura, l’insieme di storie che ci raccontiamo e che ostacolano una piena centratura, e dopo aver spiegato come squarciare il suo velo per rispondere alla fondamentale domanda «Chi sono io?», accompagna il mago errante in un nuovo passaggio evolutivo: «Dov’è che sto andando?».

C’è infatti una doppia via da seguire affinché un mago errante resti nel flusso: quella del pulire la via dalle ombre della sfocatura e quella del seminare il campo della consapevolezza con i propri ideali, talenti e aspirazioni.

“Istruzioni per Maghi Erranti 3.0” spiega cosa sia il “duplice sentiero” e, anche grazie a numerosi esercizi pratici, come ottenere e conservare l’equilibrio interiore indispensabile per ricongiungerlo e percorrerlo.

“Per cambiare il proprio destino bisogna disfare prima di rifare. Se disfi ma poi non rigeneri, sarai costretto a vagare senza meta, in preda a vaghi impulsi, che non sai da dove vengono. Se fai senza prima disfare, potrai fare, e fare molto, ma alle lunghe ciò che attendeva di essere risolto nella sfocatura, i patti, le promesse, i giuramenti, gli antichi spettri di errori del passato verranno a cercarti, distruggendo ciò che starai cercando di costruire.

Un mago errante onora così il duplice sentiero, quello del disfare e quello del fare, quello della discesa e quello dell’ascesa, perché comprende che non può esserci l’uno senza l’altro.”

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