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IL LOTO BIANCO

14,00

Esaurito

Descrizione

  • Una spiegazione della «Preghiera in sette versi» a Guru Padmasambhava

Jamgön Mipham commenta in questo testo la famosa “Preghiera in sette versi a guru Padmasambhava”, potente espressione devozionale della tradizione dzogchen, cogliendone i significati più profondi.

La figura di Padmasambhava, il ‘Prezioso Guru’, è di importanza fondamentale per la diffusione del buddhismo in Tibet nell’VIII secolo.

Venerato nella scuola Nyingmapa come secondo Buddha, ha espresso molti dei suoi insegnamenti sotto forma di tesori nascosti (terma). Tra le preghiere a lui rivolte la più importante è di certo la “Preghiera in sette versi”: non solo perché è una potente invocazione, ma perché ogni sua parola è pervasa da un significato nascosto. Mipham Rinpoche mostra come questa preziosa invocazione contenga tutto il Mantra segreto in forma concentrata.

Il suo commento si snoda su un triplice piano: viene dapprima analizzato il significato esteriore, o letterale, poi quello interiore e infine viene disvelato quello segreto, o esoterico.

L’invocazione guida a una dimensione di verticalità e ascesi, in cui la mente contempla aspetti sottili della realtà che a poco a poco si offrono al discepolo che sia pronto a entrare nella visione.

È probabile che il testo sia un terma della mente, sorto all’improvviso nel flusso mentale di Jamgön Mipham, e come tale costituisca di fatto un insegnamento dello stesso Padmasambhava. La natura sublime del testo potrà illuminare il percorso di praticanti e studiosi che sentano una connessione spirituale con questa tradizione.

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