IL MISTERO DI SIRIO A NEWGRANGE
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Descrizione
- Il legame tra la cosmologia delle tombe a corridoio e la simbologia dei Dogon
Tomba a corridoio, tomba a camera o qualsiasi altro nome si voglia dare a questi artistici tumuli sepolcrali, è indubbio che si tratta di luoghi d’incanto e grande fascino. Ma come si presentano ai nostri occhi? Si presentano come enormi tumuli di terra e pietre con raffigurazioni rupestri di costellazioni e fenomeni controllati dal sole. A mio parere non rappresentano soltanto strutture dominanti che si stagliano nel paesaggio in attesa di risposte, ma sono piuttosto l’apogeo di una civilizzazione quasi dimenticata e misteriosa di mastri architetti e astronomi, le cui scoperte devono essere tutt’oggi svelate.
In questo libro dunque tratterò il complesso sepolcrale della valle del Boyne in Irlanda, a circa 40 chilometri da Dublino, luogo che ospita Newgrange, Knowth e Dowth. Sono strutture molto vicine tra loro ma, nonostante ciò, Newgrange è l’unica ad avere una risonanza internazionale. Cercherò inoltre di spiegare la cosmologia in quei siti piuttosto simili a Lougherew (contea di Meath) e Carrowkeel (contea di Sligo). Questi luoghi, che ospitano tali tumuli sepolcrali, sono spesso definiti tombe a corridoio nonostante abbiano una funzione altrettanto importante di osservatori astronomici ed includono altresì tumuli satelliti di dimensioni inferiori. I complessi sono spesso definiti cimiteri megalitici, anche se, a mio parere, ciò svia dalla loro vera funzione. Erano infatti complessi astronomici tanto quanto luoghi sepolcrali.
Oserei anche dire che furono eretti in primo luogo come complessi astronomici e in secondo luogo per dare sepoltura ai morti. Oppure chissà: sono forse stati luoghi di sepoltura per gli astronomi che lì conducevano le loro osservazioni e per i loro familiari?
I resti dei cadaveri rinvenuti in questi siti erano bruciati fuori e poi lasciati in ciotole cerimoniali nei corridoi interni, senza una vera sepoltura. Non intendo con ciò rinnegare totalmente la funzione sepolcrale, che è comunque naturalmente rilevante parlando di tombe a corridoio in tutta l’Irlanda. Il complesso della valle del Boyne è forse tra tutti il sito sepolcrale megalitico meglio preservato ma sono le tombe a corridoio sparse in tutta l’Europa occidentale a far luce sulle attività megalitiche degli antichi.
La costa dell’Atlantico occidentale è piena di esempi di questi luoghi che sembrano tutti avere delle similarità tra loro. Gli architetti che diffusero le loro abilità nella valle del Boyne erano sicuramente anche marinai. Si è spesso notato che i costruttori megalitici avevano scelto di insediarsi nelle vicinanze di corsi d’acqua nell’entroterra o lungo la costa, al fine di avere mezzi di trasporto per i megaliti e anche una ricca fonte di sostentamento.
Esiste comunque un filo conduttore di conoscenza tra ciascun sito che deve essere ancora spiegato e che non può trovare risposta in semplici contatti sporadici. Dal nord della Scozia al sud del Portogallo, le somiglianze sembrano essere maggiori che tra le vicine tombe a corridoio d’Irlanda. Sembra più probabile l’ipotesi che fossero abili navigatori e che i racconti mitologici sulle loro origini dai mari occidentali, quali l’Atlantico, abbiano delle serie fondamenta.
Iniziai a fare ricerche su questi monumenti per interesse personale e per completare i dati frammentari in merito a questa materia; in tale processo fui fortemente spinto dal mio essere uno storico appassionato e un problem solver, ma mai avrei pensato di arrivare a scrivere questo libro.
Avevo costruito una carriera completando dati frammentari e applicando le mie competenze analitiche per comprendere nuovi concetti e mi risultò naturale trasporre tutto ciò ai miei interessi storici.
Persone di varia natura avevano già svolto ricerche sui megaliti dai più svariati punti di vista. Il mercato sembrava pertanto saturo in termini di ricerca. Ero stato a Newgrange, Knowth e Dowth nella valle del Boyne in molte occasioni con diverse persone, turisti e amici, ed ero sempre rimasto affascinato da ciò che gli antichi
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