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LAPISLAZZULI grezzo / c

6,00

1 disponibili

Descrizione

  • formato cm. 4,2×5,5×1,6
  • peso gr. 44,45 ca.

N.B. le pietre grezze variano in continuazione di peso e prezzo, per un’acquisto richiedere la conferma dell’articolo

LAPISLAZZULI

  • Durezza – 5,5
  • Sfaldatura – assente
  • Frattura – irregolare
  • Striscio – azzurro-grigio
  • Lucentezza – terrosa
  • Fluorescenza – giallo-rosa a chiazze

Il lapislazzuli è una delle pietre preziose conosciute sin dall’età antica.

L’utilizzo di questa gemma risale al V millennio a.C., al tempo in cui fu molto usata, ad esempio, per la fabbricazione dei gioielli trovati nelle tombe faraoniche in Egitto.

Con il lapislazzuli si creava attraverso la macinazione e altri procedimenti, il più pregiato blu degli affreschi medievali, dalla tonalità intensa ed estremamente resistente nel tempo. Il costo di questa materia prima era paragonabile a quello dell’oro, se si pensa che le uniche miniere conosciute erano in Afghanistan.
La ricchezza del materiale aveva anche un significato devozionale: nell’arte sacra ritrarre la divinità con materiali preziosi era una sorta di offerta che si faceva nei suoi confronti.

Nell’età moderna, famose sono le coppe e i vasi in lapislazzuli che appartennero ai Medici, famiglia regnante a Firenze nel XIV – XVIII secolo.
Michelangelo ne usa abbondantemente sia per affrescare la Cappella Sistina (in particolare nel Giudizio universale) che la Cappella Paolina (Conversione di Saulo e Crocifissione di san Pietro).
A Roma nella Chiesa del Gesù, alla sommità dell’altare di Sant’Ignazio di Loyola, c’è una grande sfera ricoperta di lapislazzuli.

È prevalentemente di colore azzurro intenso (ma ne esistono anche campioni di colore più vicino al celeste, a seconda della quantità di calcite).

Il lapislazzuli è costituito da una elevata concentrazione di lazurite con associati altri minerali accessori come calcite e inclusioni di pirite.

Il lapislazzuli si trova in giacimenti soprattutto in Afghanistan (Miniera di Sar-e-Sang, in Badakhshan, citata anche da Marco Polo), in Cina e Cile.
È presente anche in alcune effusioni dei vulcani campani e laziali.