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Tiziano Terzani

Tiziano Terzani nasce a Firenze nel 1938 e muore a Pistoia nel 2004.

Ha vissuto a Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo e Bangkok.
Nel 1994 si trasferisce in India con la moglie Angela Staude, scrittrice anche lei, e i loro due figli.
Profondo conoscitore del continente asiatico, Terzani diventa uno dei giornalisti italiani che gode di maggior prestigio a livello internazionale.
Dal 1971 è corrispondente dall’Asia per il settimanale tedesco Der Spiegel.
Famoso per essere uno dei pochissimi reporter occidentali in Oriente a testimoniare la caduta di Saigon per mano dei vietcong e quella di Phnom Penh per mano dei Khmer rossi a metà degli anni ’70.

Con metà della vita vissuta in Asia, Terzani ha finito per assomigliare davvero ad un orientale: vestito di bianco, con sandali, barba lunga e capelli raccolti, gli occhi stretti e vivacissimi, la risata pronta.

Quando nel 1997 gli viene diagnosticato il cancro, si mette di nuovo in viaggio, alla ricerca della cura per il suo malanno. Da questa ricerca nasce la sua ultima opera, il libro bestseller che ha conquistato il cuore di migliaia di vecchi e nuovi lettori “Un altro giro di giostra”.

Al termine del suo viaggio, Tiziano Terzani non trova – forse – la cura che cercava, scopre anzi che “la malattia è la cura”, e incontra strada facendo risposte alle mille domande che ognuno si pone: qual è il mio posto nel mondo, che senso dare al mio esistere e morire.
Temi importanti, affrontati nei suoi testi sempre con ironia, leggerezza, e profonda onestà.
Il suo grande regalo, e forse uno dei segreti del suo successo, è stato quello di sapere restituire le proprie esperienze nella loro essenza primordiale: con un linguaggio chiaro, accessibile.

La saggezza, scoperta e vissuta durante i suoi viaggi e le sue lunghe permanenze in Oriente, viene trasmessa ai suoi lettori attraverso i libri e le interviste di cui, in questa categoria, offriamo una vastissima scelta.
Il periodo storico in cui si è trovato a vivere in Asia e i cambiamenti dei valori, da spirituali a materiali, hanno segnato tantissimo l’esistenza e il pensiero di Terzani. Egli non è mai riuscito ad accettare il fatto che l’Occidente sia penetrato a tal punto nella spiritualità orientale, che l’importanza dei valori immateriali veniva (e viene tuttora) continuamente soppiantata dal bisogno di denaro.
Testimonianza di ciò è data dalla volontà della Cina e del Giappone di crescere ancora economicamente, anche a discapito di quelle tradizioni religiose e spirituali che hanno segnato la loro storia, come la pretesa irresponsabile dell’India di voler acquistare le armi nucleari; o le pericolosissime iniziative che alcuni estremisti, autodefiniti islamici, assumono.
Influenzato da tutti questi avvenimenti, Terzani descrive la scomparsa delle antiche arti, dell’architettura, della religione, della letteratura e del modo di vivere mistico, tipici del continente asiatico.

Il suo approccio alla vita, alla cultura, alla scrittura è segnato dall’influenza delle tecniche di meditazione apprese in Asia, che gli trasmettono quella serenità e quell’equilibrio indispensabili per affrontare ogni cosa e per contrastare la “follia” dello stile di vita occidentale.
In tali tecniche Terzani trova anche una guida per affrontare in maniera più tranquilla la sua malattia, tant’è che durante la convalescenza ha spesso dichiarato di essere pronto a morire. Il suo unico e più grande rimorso è stato quello di non poter descrivere l’esperienza della morte, dalla quale immaginava di potersi aspettare tanto in termini di esperienza.

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