Ghesce Ciampa Ghiatso
Ghesce Ciampa Ghiatso (Gyatso o Ghiatzo) nasce in Tibet da una famiglia nomade di ceto medio poco lontano da Lhasa. Riceve i voti da ragazzino, rimanendo però in famiglia fino all’età di tredici anni. Quando infine entra all’Università Monastica di Sera Je, stringe subito amicizia con un altro giovane monaco di nome Thubten Yeshe. In seguito all’invasione cinese, nel 1959 Ghesce Ghiatso è costretto alla fuga in India, dove rinnova la sua conoscenza dei testi canonici nel campo profughi di Buxa Duar. Successivamente studia nell’appena costituita Università di Studi Sanscriti, a Varanasi e, infine, nel Collegio Tannico Inferiore. Nel 1972 consegue il livello più alto di Ghesce Lharampa, poi il diploma di Aóharya (Maestro) e il titolo tannico di Ngagrimpa. Sul finire degli anni ’70, riceve una lettera dal suo vecchio amico Lama Yeshe, che gli chiede di recarsi a insegnare in Europa. Nel 1980, dopo un periodo di insegnamento agli occidentali confluiti al monastero di Kopan (Nepal), arriva all’Istituto Lama Tzong Khapa, dove rimane fino al suo trapasso, nel novembre del 2007. Durante la sua permanenza in occidente, tiene un enorme numero di corsi in Italia, Spagna, Francia e Inghilterra; in Italia in particolare accetta numerosissimi inviti per tenere conferenze in centri di tradizioni anche non buddhiste e associazioni culturali. Il suo amore infinito, la sua compassione intelligente e la sua sapienza conquistano i cuori ovunque vada. Nel frattempo, si dedica anche alla stesura di commentari di importanti trattati buddhisti e offre un contributo fondamentale per la creazione e la realizzazione dei programmi di studio per Ghesce e i programmi residenziali FPMT. Ricopre inoltre la carica di abate del monastero maschile di Nalanda, in Francia, che visita periodicamente, del monastero maschile Takden Shedrup Dhargye Ling e del convento femminile Shenpen Samten Ling. Ghesce Ghiatso spira il 27 novembre 2007, rimanendo tuttavia nel corpo in assorbimento meditativo (tukdam) per una settimana, durante la quale non vengono notati segni di decomposizione fisica. Il suo corpo viene cremato a Pomaia con una tradizionale cerimonia tibetana, lo stesso giorno della celebrazione annuale del trapasso di Lama Tzong Khapa.
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