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Alejandro Jodorowsky

Alejandro Jodorowsky, nato nel Cile del Nord nel 1929; figlio di immigrati ebreo-ucraini, si trasferì a Parigi dal 1953, dove fondò con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento di Teatro “Panico”.

Oltre che direttore di teatro, Alejandro Jodorowsky è autore di pantomime e pièce teatrali, di romanzi e libri di fumetti, ma la notorietà di Jodorowsky è dovuta soprattutto ai suoi film, dei quali ricordiamo Il paese incantato, dall’omonima opera di Arrabal, El Topo, La montagna sacra, Santa sangre-Sangue santo e Musikanten.

La parola panico (riferita al Teatro e spesso ricorrente nei suoi scritti) indica che l’ordinario della nostra vita può essere improvvisamente interrotto e stravolto a causa di avvenimenti stra-ordinari. Jodorowsky, attraverso le sue opere, ha sempre provato a “combattere” l’abitudine e la scontatezza, anche nell’affrontare i cambiamenti. Secondo la sua visione e i suoi insegnamenti quando accade qualcosa di spiacevole, bisogna essere pronti a tramutare la nostra condizione in qualcosa di positivo.

Negli anni ‘60 conosce una sorta di santona, Paquita, e resta affascinato dal suo modo di condurre le persone alla guarigione, quantomeno a quella psicologica.

In sostanza, durante gli incontri con i pazienti, la guaritrice era in grado di catturare la loro mente, portandola ad osservare i problemi da una diversa prospettiva. Jodorowsky, così come racconta nei seminari e nei suoi libri di fama mondiale, sposava appieno questa concezione: il condizionamento psicologico positivo implica una predisposizione migliore nell’affrontare gli affanni della vita. Infatti le persone che si rivolgevano a Paquita, si suggestionavano a tal punto da trovare da sole la forza di reagire per migliorare la propria condizione in relazione ad un determinato problema.

Questo è ciò che Jodorowsky chiama “psicomagia”, che approfondisce nei suoi studi e nei suoi interessantissimi libri.

La concezione di Jodorowsky di psicanalisi e il suo modo di entrare in contatto con l’inconscio piuttosto sui generis, non trova una reale collocazione nelle scuole di pensiero convenzionali. Egli stesso, infatti, non si definisce psicanalista ma psicomago.

Il suo modo di affrontare (e far affrontare) i problemi punta proprio all’assunzione di una visione e un atteggiamento che vada al di là di qualsiasi consuetudine. Per superare un problema con maggiore serenità a volte è sufficiente vederlo con occhio diverso e, magari, considerarlo come un’opportunità e un momento di crescita. Ciò che libera dall’abitudine è l’atto poetico, ovvero l’azione che porta alla novità, al cambio di rotta, alla sperimentazione di come noi stessi reagiamo dinanzi all’imprevisto. Condurre una vita piatta, senza stimoli, equivale ad atrofizzare persino il nostro pensiero.

Anche negli spettacoli di cabaret Mystique che tiene a Parigi, Jodorowsky esercita la sua psicomagia facendo assistere al pubblico, non solo ad uno show, ma anche ad una sorta di terapia di gruppo, nella quale ognuno ha la possibilità di partecipare attivamente. Gli spettatori, persino quelli più scettici, scoprono alcuni lati del loro essere di cui non erano mai venuti a conoscenza prima di quel momento.

Jodorowsky è una mente intrigante sotto ogni punto di vista. Il suo eclettismo e le sue nuove visioni della vita e della psiche umana affascinano persone di qualsiasi provenienza, età e sesso.

Da leggere assolutamente dell’ autore: L’Incal, I Tecnopadri e La Casta dei Metabaroni