LA MAGIA CELESTE
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Descrizione
CAPITOLO I
Della importanza delle scienze matematiche e di parecchie op erazioni meravigliose che si compiono col loro ausilio. Le scienze matematiche sono così necessarie alla Magia e hann o con essa tanti legami, che coloro che si occupano delluna, trascurando le altre, perdono il loro tempo e non ne ricavano risultati apprezzabili, anzi non riescono a raggiungere mai gli scopi perseguiti.
Perché tutte le cose di quaggiù sono prodotte e governate con numero, peso, misura, armonia, movimento e luce e tutto quello che vediamo nel mondo inferiore ha radice e fondamento nelle scienze matematiche; e perciò mercé le sole scienze matematiche è dato produrre, senza intromissione di alcun potere naturale, operazioni Simili a quelle naturali, poiché, come dice Platone, sono cose che non partecipano ne della verità né della divinità, ma sono rassomiglianze concatenate luna allaltra, come corpi che camminano e parlano senza esser dotati di potere animale, a similitudine degli idoli di Dedalo, chiamati automa, automata, di cui fa cenno Aristotile nel parlare dei tripodi con tre piedi di Vulcano e di Dedalo, che si muovevano da soli, che Omero dice si battessero fra loro e che le ggiamo servissero i convitati al banchetto dato da Hyarbas, il gimnosofista, sotto forma, di statue doro.
Si legge altresì nella storia di statue parlanti di Mercurio, del piccione volante di Archita fatto di legno, delle meraviglie ali Boezio narrate da Cassiodoro, Diomede che suonava la tromba in aria, il serpente d i rame che fischiava e gli uccelli capaci di modulare melodiose canzoni.
Miracoli di questo genere sono quelli dei simulacri forn iti dalla geometria e dallottica e noi ne abbiamo fatto menzione nel parlare degli elementi e precisamente dellaria. Così si preparano diverse specie di specchi, concavi gli uni, convessi gli altri, che proiettano le immagini nellaria e le fan no apparire simili ad ombre, come insegnano Apollonio e Vitellio ne i loro libri della Prospettiva e degli Specchi.
Si legge che il gran Pompeo riportò dallOriente a Roma, fra lal tro bottino di guerra, un certo specchio nel quale si vedevano truppe armate e si preparano certi specchi trasparenti, che vengono cosparsi di dati succhi derbe e che brillano di luce artificiale, i quali pop olano laria tuttintorno di fantasmi.
Io stesso so preparare due specchi reciproci, in cui, quando il sole spunta, è possibile veder e distintamente quanto esso rischiara entro la circonferenza di parecchie leghe.
Così quando un mago è versato nella filosofia naturale e nella matematica e conosce le scienze che ne derivano, laritmetica, la musica, la geometria, lottica, lastronomia e quelle che si esercitano a mezzo di pesi, di misure, di proporz ioni, di giunzioni, nonché la meccanica, che è la risultante di tutte queste discipline, può compiere cose meravigliose che stupiscon o gli uomini più colti. Ancora oggi sono visibili le vestigia di antiche mirabili opere, quali le colonne dErcole e dAlessandro, le porte Caspie, fat te di rame e ferro in modo che nessuna arte umana poteva abbatt erle, la piramide di Giulio Cesare che sorge a Roma nelle vicinanze del Vaticano, montagne artificiali elevate nel bel mezzo del mare, fortilizi e moli granitiche quali io stesso ne ho potuto vedere in Brettagna e quali si stenta a credere che sien o state innalzate per opera umana. Istoriografi degni di fede ci apprendono che con tali arti si sono un tempo forate rocce, co lmate valli, appianate montagne, scavate le viscere della terra, aperte trincee, deviati fiumi, congiunti e frenati mari, scrutati gli abissi oceanici, prosciugati laghi e stagni, create isole e altre congiunte alla terra ferma.
E benché tali cose sembrino esser tutte contrarie agli ordinamenti stabiliti dalla natura, pure son o state compiute e ancora oggi è dato scorgerne le vestigia. Il volgo opina che opere simili sieno state condotte a termine per intervento dei demoni, essendosi perduto sin il ricordo degli artefici di tante meraviglie e pochi essendo al caso di comprenderle e di scrutarle. Per lo stesso motivo dincomprens ione, qualunque spettacolo meraviglioso è dai ciechi di spirito considerato come effetto di cause demoniache, mentre non sono altro che lopera delle scienze naturali e matematiche. Così giudicherebbe chi ignorando la virtù magnetica vedesse la cala mita che attrae il ferro e lo tiene sospeso in aria, come un tempo era dellidolo di Mercurio a Treviri, fatto di ferro e tenuto sospeso mercé un gioco di calamite nel bel mezzo della volt a, del tempio, il che è attestato dal verso seguente: Ferreus in mediis volitat caducifer auris. Alcunché di simile leggiamo riguardo allidolo solare del tempio di Serapide in Egitto.
Non direbbe chiunque che sono opera dei demoni? Ma conoscendo il potere del magnete sul ferro, ce sserebbe ogni suo stupore e svanirebbe ogni scrupolo.
Ora, come i poteri naturali si acquistano mercé le cose naturali, co sì con le cose astratte matematiche e celesti noi conseguiamo i poteri celesti, ossia il moto, la vita, il senso, il discorso, i presagi e la divinazione stessa, cose tutte che non derivano d alla natura ma dallarte. Si dice, per esempio, che sia, possibile costruire immagini che parlino e predicano lavvenire, a somiglianza di quella testa d i rame menzionata da Guglielmo di Parigi, fusa sotto gli ausp ici di Saturno che parlava ed aveva voce schiettamente umana.
Certo dalla scelta duna materia acconcia e dun agente poderoso dipendono effetti sicuri e meravigliosi perché è assioma pitagorico che quanto più le cose matematiche sono più form ali delle fisiche, tanto più non attuali e quanto meno sono dipendenti nella loro essenza, tanto meno dipendono nel loro operare. Fra tutte le cose matematiche, i numeri sono i più formali e perciò sono anche i più attuali e ad essi, non solo i filosofi pagani ma benanco i teologi ebraici e cristiani, hanno attribuito virtù ed efficacia così nel bene che nel male.