NO AIDS
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Descrizione
Il “motore” dell’Aids, da Los Angeles a Milano, da Nairobi a Bangkok, è il grande movimento economico che chiamiamo globalizzazione. Trainata dalla tecnologia, la globalizzazione ha esacerbato i conflitti sociali, aumentato in misura scandalosa il divario tra Nord e Sud, devastato l’equilibrio ambientale di mezzo mondo. E ha anche dato origine alla più potente bomba sanitaria che la Terra abbia mai conosciuto: l’Aids. Nonostante tutto, però, i benefici della globalizzazione sono enormi. O meglio, lo sarebbero se si accompagnassero anche a una globalizzazione delle conquiste di cui l’Occidente va così fiero, la democrazia per esempio. E il diritto alla salute. Perché, come ha scritto l’economista indiano e premio Nobel, Amartya Sen: “La salute è tra le acquisizioni di base che dà valore alla vita umana”. Globalizzare il diritto alla salute è possibile. Proprio a partire dall’Aids, che ha avuto il merito tragico di essere l’epidemia giusta al posto giusto, e di catalizzare l’interesse dei ricchi. Perché è una malattia che abbiamo conosciuto anche noi occidentali.
Che ha scompigliato i fili delle nostre vite, delle nostre interazioni sociali. L’Aids non è una delle tante patologie dei poveri che noi ci vantiamo di avere storicamente superato, battendole con la nostra civiltà dell’acqua pulita, delle fogne, della chimica farmaceutica. L’Aids è con noi. E ha creato il ponte tra le nostre coscienze e le sofferenze del Sud del mondo. Così si è aperta una finestra politica e con essa la possibilità concreta di modernizzare e rendere più democratici i sistemi sanitari del sud del mondo.
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