TESTIMONIANZE DAL MONDO DEGLI INVISIBILI

Descrizione

“Testimonianze dal Mondo degli Invisibili”: il nuovo libro di Sonia Benassi con 34 storie per riscoprire la forza dell’anima, la fiducia nella vita e la possibilità di trasformare la sofferenza in consapevolezza.

Questo libro (il seguito ideale di “Io Medium – Le Testimonianze”) custodisce un cammino interiore in cui ogni pagina è un ponte tra visibile e invisibile, tra la terra e il cielo, tra chi resta e chi è già oltre.
Le domande sospese trovano risposta

“Testimonianze dal Mondo degli Invisibili” offre ai lettori la possibilità di vedere la perdita, il lutto e la spiritualità… con altri occhi.

Una trasformazione possibile attraverso 34 storie coinvolgenti, raccontate in prima persona da uomini e donne che hanno subito lutti impossibili da elaborare.

E, proprio per questo, hanno chiesto aiuto a Sonia Benassi, cercando riscontri alle mille domande rimaste sospese nell’aria.

E Sonia quelle risposte le ha inequivocabilmente fornite, riportando un po’ di luce e serenità nelle vite disorientate e spiazzate dal dolore.

In queste pagine, troverai racconti intensi e commoventi, che narrano fatti realmente accaduti, vicende che lasciano tracce indelebili nel cuore e nell’anima.

Leggendo le storie dei contatti medianici facilitati da Sonia Benassi, medium eccezionalmente sensibile, inizierai a sentire come chi credevi perduto per sempre possa essere in realtà ancora presente, capace di comunicare, confortare, amare intensamente.

Questo libro apre uno spiraglio nel velo tra i mondi.

È tempo di scoprire che fare pace con la perdita è possibile. Perché l’amore vero non conosce confini.
Estratto dalla quarta di copertina

«Francesca, prima che morisse nostra madre, le sussurrò all’orecchio una parola, dicendole che sarebbe stato il segno di riconoscimento qualora fossero ritornate in contatto.

Fu proprio durante la canalizzazione, quando Sonia scrisse “banana” pensando di essersi sbagliata, che avemmo la certezza: stavamo parlando davvero con nostra madre. Perché “banana” era proprio la parola segreta che Francesca aveva scelto.»