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STORIE E TIPI DI ORDALIE A GIUDIZIO DI DIO

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“Quando il giudizio umano fa difetto, o perché è circondato dalle tenebre dell’ignoranza, o perché non si ricorre ai tribunali, allora, affinché la giustizia non sia trascurata, bisogna rivolgersi a colui che l’ha tanto amata. Così con libero consenso e non per odio, ma per amore della giustizia, facendo affrontare le forze dell’anima e del corpo, le parti si rimettono al giudizio di Dio”.

Nel Medioevo, per stabilire l’innocenza o la colpevolezza di un imputato, si ricorreva alle ordalie, ossia al giudizio divino. Era un metodo riconosciuto dalle varie legislazioni medievali, e consisteva in determinate prove il cui esito si concepiva come diretta manifestazione della volontà divina.

Sottoposte a precise condizioni e regole allo scopo di evitare frodi, falsità o spergiuri, le ordalie resistettero nella pratica giudiziaria fino al XIII sec. circa, quando decaddero a fronte dell’accresciuto vigore che l’autorità centrale andava riacquistando in ciascuna nazione d’Europa.

Cesare Baudi di Vesme ripercorre, in questo testo, in maniera precisa e meticolosa, la grande popolarità di questa pratica giudiziaria, senza tralasciare la loro connessione originaria alle superstizioni pagane.

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