DIARIO DI UN BARBARO
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Descrizione
Il barbaro è un’idea narrativa, una sperimentazione originale ed efficace per esprimere un punto di vista diverso, “minore” nella grande storia. È il modo per dare voce a quello che doveva provare un giovane uomo del popolo celtico, la cui vita si basava sulla liturgia e su una cultura costruita attraverso l’abilità di apprendere dalla Natura, di fronte all’ascesa di un altro popolo che imponeva il suo mondo, per certi versi più selvaggio e meno rispettoso. Lo sfondo è
il I sec. a.C. in cui vi è l’ultima stilla di rivolta pura della cultura germanica, ossia un momento in cui la demarcazione romana non aveva ancora permeato ed egemonizzato il carattere sociale e culturale dei Germani. La forma diaristica adottata dall’autore serve a legittimare la pretesa di far “parlare” la scrittura arborea, occulta e rarissima, che pochi Celti sapevano usare. Ed ecco che emerge l’immagine più nascosta del barbaro: egli poteva scrivere grazie alla conoscenza della natura, da essa traeva il suo calendario e le sue liturgie, basate sul rispetto sacrale delle piante e di un tempo articolato sulle stagioni,
che qui scandiscono con ritmo letterario i brevi pensieri con cui il barbaro racconta la sua purezza ontologica e la sua lontananza incolmabile da quel mondo che i Romani gli stavano costruendo intorno.
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