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JULIUS EVOLA E LA SUA EREDITÀ CULTURALE

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Descrizione

Una raccolta di saggi che dimostra che è possibile iniziare a esaminare Evola in maniera seria e al di là di anatemi e agiografie, entrambi acritici.

Il contributo e l’eredità lasciata dal pensatore romano nell’ambito dell’arte, della filosofia, della metafisica del sesso, del pensiero tradizionale, dell’esoterismo, della storia delle religioni, del pensiero islamico, della storiografia in generale e della politica.

Il volume raccoglie gli Atti del convegno svoltosi il 29 novembre 2014 a Roma che è stato l’ultima delle diverse manifestazioni organizzate dalla Fondazione Julius Evola per ricordare il filosofo tradizionalista a quaranta anni dalla sua scomparsa, puntando programmaticamente all’ambiente accademico, in teoria così refrattario alle sue idee, con lo scopo di chiedere ai suoi rappresentanti più anticonformisti di tracciare un bilancio del suo multiforme pensiero e così della sua influenza mai ammessa e anzi negata sulla cultura italiana.

Si passa dunque dalle semplici soggettive “testimonianze” che si prepararono per i suoi 75 anni (nel 1973), a un esame oggettivo del suo peso culturale oggi, quattro decenni dopo, da parte di una decina di autorevoli specialisti universitari.

Dalla Presentazione di Giancarlo Seri:

“Come tutti sanno, nel corso di quasi sessant’anni di attività Julius Evola si è occupato di vari ambiti, argomenti, tematiche che è inutile elencare. Affrontato un tema, lo portava alle estreme conseguenze per poi passare a uno successivo inquadrandolo nella sua Weltanschauung, senza per questo ammantarsi dell’etichetta di specialista o esperto di questo o quest’altro. Sicché, evidenziare quale sia stata la sua ‘eredità’, significa affrontare questi diversi ambiti, argomenti e tematiche nel loro complesso per capire il segno da lui lasciato, le indicazioni originali date, le vie aperte anche con grande anticipo sui tempi: arte, filosofia, teoria dell’eros, storia delle religioni, esoterismo ed ermetismo, simbologia, orientalismo, politica e metapolitica e così via.

In una cultura italiana e intemazionale che ormai vivacchia di luoghi comuni, in cui vige un unico pensiero dominante, e che si autoalimenta cercando di sopravvivere a se stessa autoincensandosi e autogiustificandosi per illudersi di non essere moribonda, parecchi sentono (ma spesso non lo esprimono) la necessità di cercare orizzonti diversi, dato che l’evolversi stesso della situazione sta mettendo in crisi lo status quo. I vari territori in cui si è addentrato Julius Evola, e i nuovi percorsi da lui tracciati, potrebbero essere utili a molti, purché scevri di sovrastrutture pregiudiziali”.

Interventi di: Davide Bigalli, Claudio Bonvecchio, Giovanni Casadio, Mario Conetti, Vitaldo Conte, Massimo Donà, Fabio Marco Fabbri, Romano Gasparotti, Pietro Mander, Giuseppe Parlato.

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