SANTO FRANCESCO DI SALES – 2
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Esaurito
Descrizione
Il 4 maggio 1959 Giovanni XXIII disse, rivolgendosi ai giornalisti convenuti a Roma: «Vi è (
) una certa stampa che pecca gravemente contro la verità e contro la carità, mentendo per ispirare lodio; stampa che sembra avere questunico programma: avviare a perdizione le anime semplici; ogni giorno travisare il vero (
)».
Oggi la maggior parte della stampa, della Tv e del Web ispira allodio. Il laicismo sfrenato ha permesso di dire tutto, anche le cose più indegne ed indecenti, a tutti, senza rispetto per nessuno, neppure per la religione, per letà, lo stato di salute. Lideologia delluguaglianza, inoltre, porta al cinismo abitudinario e alla maleducazione generalizzata: ci si grida in faccia e ci insulta. Verità e carità? Queste sconosciute: il servizio pluralistico dei media è a vantaggio spesso della menzogna e dellodio.
Loperare di molti giornalisti è sensazionalistico e tutto deve fare spettacolo, anche e soprattutto il dolore. San Francesco di Sales (1567-1622), Patrono degli scrittori e dei giornalisti, ha molto da insegnare al mondo editoriale e pubblicistico di oggi, anche a quello cattolico. Egli fu un predicatore instancabile e scrisse moltissimo, fu autore di libri eccezionali e sue sono più di 30 mila lettere; celebri sono poi i suoi fogli volanti, che faceva stampare per metterli sotto gli usci di casa e affiggerli ai muri di città e paesi. Sfruttò il suo talento di scrittore per diffondere il più possibile gli insegnamenti del Vangelo e spiegare le meraviglie della dottrina e della spiritualità cattolica.
Si fece scrittore per portare la verità e lortodossia della fede: fu ponte fra Cristo e la gente, fra Cristo e gli eretici, convertì migliaia e migliaia di calvinisti. Dagli scritti di questo dottore della Chiesa, fra le figure più nobili della Controriforma, esce un oceano di saggezza travasata con dolcezza e serenità. Usa dire: «Meno aceto e più miele», anche nella polemica. È un longanime (con lanimo grande): «è necessario sopportare gli altri, ma in primo luogo è necessario sopportare se stessi e rassegnarsi ad essere imperfetti». Suggerisce di vedere la realtà con oggettività e non soggettivamente: «quel che facciamo per gli altri ci sembra sempre molto, quel che per noi fanno gli altri ci pare nulla».
Il Trattato dellamore di Dio è una vera e propria summa spirituale, dove lautore spiega come Dio trae a sé luomo con vincoli di amore, cioè di vera libertà: «poiché lamore non ha forzati né schiavi, ma riduce ogni cosa sotto la propria obbedienza con una forza così deliziosa che, se nulla è forte come lamore, nulla è amabile come la sua forza» (libro I, cap. VI). I contenuti della fede che comunicherà attraverso i canali comunicativi del suo tempo hanno come fonte originaria la crisi di fede che subisce nel 1587: per sei settimane non mangia, non dorme, piange e si ammala.
Esce dalla notte oscura affidandosi e fidandosi unicamente di Dio: «Io vi amerò, Signore». Lo dice e lo realizza e tutto il mondo conoscerà, proprio con i suoi scritti, la potenza di quellamore. Dallincontro con la signora di Charmoisy trarrà spunto per scrivere uno dei libri più letti nelletà moderna, Filotea. Introduzione alla vita devota. E dalla sua profonda comunione spirituale con una personalità deccezione, santa Giovanna Francesca di Chantal, nascerà una nuova famiglia religiosa, lOrdine della Visitazione, caratterizzato, come volle il Santo, da una consacrazione totale a Dio vissuta nellumiltà, nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie. LOrdine della Visitazione diffuse la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, soprattutto attraverso le Rivelazioni di Cristo alla visitandina santa Margherita Maria Alacocque, con il conseguente movimento spirituale che trovò terreno fertile in molti oratori filippini.
Lo stesso san Francesco fondò a Thonon un Oratorio, eretto da papa Clemente VIII con la Bolla Redemptoris et Salvatoris nostri (1598). Lanno del suo dies natalis, 1622, corrisponde allanno della canonizzazione di san Filippo Neri che il Vescovo di Ginevra aveva conosciuto grazie alla biografia delloratoriano Gallonio che gli fu donata dallamico, Vescovo oratoriano e beato, Giovanni Giovenale Ancina. Formatosi dai Gesuiti, fu intrepido difensore della fede e della Chiesa e aveva una dote eccezionale: conosceva il cuore umano. Tale sensibilità fu determinante per essere recepito al meglio.
Le persone, quando lo ascoltavano o lo leggevano, si chinavano ai suoi insegnamenti, perché egli leggeva dentro. A santa Giovanna di Chantal, scrisse: «(
) Ecco la regola della nostra obbedienza che vi scrivo a caratteri grandi: fare tutto per amore, niente per forza. (
) Vi lascio lo spirito di libertà, non già quello che esclude lobbedienza, ché questa è la libertà del mondo; ma quello che esclude la violenza, lansia e lo scrupolo» (Lettera del 14 ottobre 1604). Il Vescovo di Ginevra è anche, ricordiamolo, Patrono dei sordomuti.
Nella nostra età, dominata dallapostasia, possa egli rendere meno sordi alla verità i cattolici e far tacere i bugiardi e gli ingannatori. Disse di lui san Vincenzo de Paoli: «coloro che lascoltavano pendevano dalle sue labbra. Sapeva adattarsi alle qualità di ognuno e si considerava in debito con tutti. Consultato a proposito di affari importanti, questioni di coscienza o qualsiasi altro argomento, non lasciava andare il suo ospite prima che questi fosse rimasto soddisfatto e consolato». È proprio vero: anche quando si legge qualcosa dello scrittore e giornalista savoiardo si rimane soddisfatti e consolati e si trova nuova energia per essere davvero cristiani in ogni stato in cui ci si trova e in ogni luogo, conformandosi alla volontà di Dio.
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