IL MISTERO DELLA ROCCAFORTE DEI ROSACROCE
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Descrizione
Scopriamo le vicende legate alla presenza dei Rosacroce nella valle di Lanzo: la magia sembra aver impregnato le vette di Balme per secoli.
Battistel parte dalle leggende piemontesi e fa rivivere antiche vicende ormai impastate con il folklore.
Ricostruendo le vite di personaggi misteriosi, come l’abate di Balme e la Regina delle Streghe, ci immerge in un universo in bilico tra la storia e la leggenda.
Tutto inizia con la condanna per stregoneria dell’abate, connessa all’affresco voluto dal signore locale, La decapitazione di san Giovanni. Ma l’analisi dell’opera – con un apparato fotografico che permette di seguire passo passo la ricerca dell’autore – apre nuovi interrogativi.
Troppi simboli legati ai Rosacroce si ritrovano nell’affresco per parlare di caso: che cosa ha portato la misteriosa società iniziatica tra queste montagne, che cosa cercavano?
Un saggio avvincente come un romanzo, nel quale tutto è storicamente documentato.
Dalla quarta di copertina
La storia dell’Europa moderna è attraversata da leggende radicate nella tradizione e nella religione. Una di quelle più intriganti ha per protagonista l’Ordine dei Rosacroce, legato ai Templari e, più in generale, alle alterne vicende della millenaria storia della Chiesa.
Paolo Battistel, mitologo e cultore del mistero, porta qui alla luce un’oscura vicenda risalente al 1720 – l’arresto per stregoneria del l’abate Gio Paolo Carino da parte della Santa Inquisizione, avvenuto in un piccolo paese montano del Piemonte, Balme — e svela un oscuro intreccio di temi e destini con gli affreschi presenti nella vicina roccaforte del Ruciàss, costruita dal «Ljinch», il potente signore locale, alla fine del XVI secolo. Questo personaggio — una sorta di re della val d’Ala, in grado persino di battere moneta – sarebbe entrato in possesso del leggendario tesoro dei Templari e avrebbe praticato una religione misterica, avversata dalla Chiesa, di cui gli affreschi della roccaforte conserverebbero una ricca simbologia.
L’analisi in particolare dell’affresco meglio conservato, La decapitazione di San Giovanni, suscita interrogativi nuovi sul culto di Bafometto e sulla figura della Maddalena. Come dimostra la documentazione fotografica contenuta nel volume, nell’affresco ci sono troppi simboli legati ai Rosacroce perché si possa pensare a un caso: ma allora, è lecito chiedersi, che cosa portò la misteriosa società iniziatica tra le montagne piemontesi? E poi: chi era veramente Gio Paolo Carino, il parroco di Balme o un servo del Demonio? E, prima di tutto, quale messaggio contengono gli affreschi del Ruciàss, tuttora visibili in mezzo alle rovine prodotte dall’usura del tempo e dall’incuria dell’uomo?
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