Search
Generic filters
Search in title
Search in content
Exact matches only
Filter by Custom Post Type

MOXA – PURE MOXA ROLL (10 sigari)

10,50

6 disponibili

Descrizione

  • sigaro con fumo
  • formato di 1 sigaro 1,5×21
  • preparato a base di erbe
  • made in China

Sigari di artemisia pura indicati per il riscaldamento di aree cutanee sovrastanti i punti di agopuntura o percorsi energetici, al fine di contribuire alla risoluzione di eventi patologici.

La Moxa è una termoterapia localizzata sui punti dei meridiani energetici della Medicina Tradizionale Cinese (anche se il termine deriva dal giapponese Moe Kusa) che significa erba che brucia.

Il termine moxa si riferisce alla sostanza impiegata per effettuare la moxibustione, che consiste nel riscaldamento di aree cutanee, sovrastanti punti di agopuntura o percorsi energetici, al fine di ottenere la risoluzione di un evento patologico.

Si pensa che l’uso della moxibustione risalga a 5000 anni fa. La Moxa in passato è sempre stata legata all’agopuntura come mero complemento agli aghi. I medici applicavano direttamente sui punti di agopuntura delle pallottole di Artemisia, che, incandescenti, lasciavano una leggera bruciatura al fine di ricordare al paziente il punto esatto da trattare a casa con la Moxa. Essendo una tecnica relativamente semplice da apprendere, la Moxa nel corso dei secoli è diventata una tecnica sempre più conosciuta e apprezzata.

Secondo la filosofia medica cinese ogni persona è vista anche nel suo aspetto energetico (Ch’i) che si manifesta nell’alternanza dei movimenti opposti complementari: yin (contrazione) yang (espansione) in accordo con la Teoria dei Cinque Elementi.

L’uno non può esistere senza l’altro e si genera continuo scambio d’energia tra i due.
L’energia si distribuisce nel corpo seguendo dei tracciati chiamati meridiani che sono in relazione agli organi principali.

Il calo della vitalità, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, insorge quando per troppo tempo si trascura l’equilibrio energetico del corpo permettendo un blocco o l’eccesso dell’energia.

L’erba che viene utilizzata è l’Artemisa Vulgaris (Assenzio cinese), perché emette una frequenza all’infrarosso (la Moxa è semplicemente è un bastoncino di Artemisia, un’erba, che incendiato brucia senza fiamma producendo una la temperatura raggiunge i 600°C) adeguata e non brucia ne troppo velocemente ne troppo lentamente al fine di ottenere una calorificazione della cute e, di riflesso, di strutture sottostanti e interne.

L’artemisia è un vegetale che cresce in tutto il pianeta e viene colto per tradizione il 21 giugno, solstizio d’estate, sia per l’uso interno (arthemisia capillaris, arthemisia apiacea), sia per quello esterno (arthemisia vulgaris).
Per l’uso esterno questo vegetale viene lavorato in modo tale che al termine rimanga della polvere lanugginosa da impiegare per l’effettuazione della moxibustione.
Questa può essere eseguita utilizzando la semplice polvere manipolata per confezionare dei piccoli coni, oppure viene impiegata confezionata in lunghi sigari.
Nel caso che si usasse della moxa non confezionata, questa viene appoggiata alla cute del paziente o sopra sostanze di vario tipo, in modo da costruire coni di varia grandezza (cauterizzazione diretta).
Quando il cono è stato opportunamente confezionato, se ne accende la sommità (accensione che non causa la comparsa della fiamma) e lo si lascia bruciare completamente, generando del calore molto intenso. Al termine rimane un forte eritema cutaneo. Nel caso, invece, che si intenda utilizzare la moxa confezionata in sigari, questa viene accesa ad una sommità del sigaro (accensione che non causa la comparsa della fiamma) e poi viene avvicinata alla cute per ottenere un riscaldamento per convezione o trasmissione.
Il timore di ustioni sussiste solo se la moxa accesa tocca la cute, altrimenti si ottiene un eritema reattivo che indica il successo della pratica, in ogni caso l’eritema scompare nel giro di poche decine di minuti.

La cauterizzazione diretta, che prevede l’impiego di moxa non confezionata, può avvenire con il cono di Artemisia (preparato al momento) appoggiato direttamente sulla cute (evenienza che al termine della pratica lascia una ustione di 2º grado e la formazione di una flittena), tuttavia per le complicanze causate dalla sovrainfezione della flittena è una pratica in disuso anche in Cina, mentre è più indicata la cauterizzazione indiretta che prevede che il cono di artemisia, sia appoggiato su una fettina di zenzero, o di aglio, o di uno strato di sale o di porzioni di altre sostanze, al fine di determinare si un forte riscaldamento cutaneo, ma di evitare però la comparsa della flittena. In genere la cauterizzazione indiretta viene praticata in casi di una certa gravità, nei quali la presenza di Freddo abbia determinato la comparsa di stati collassiali e di forte astenia.

L’applicazione è teoricamente identica a quella dell’agopuntura, si basa sugli stessi principi fondamentali e sugli stessi punti.
L’artemisia si trova in commercio sotto forma di sigari della lunghezza di circa 20 cm per 15mm di diametro oppure sotto forma di lana dalle proprietà autoaderenti che la rendono adatta a essere separata in pizzichi di varia grandezza, dalla dimensione di un chicco di riso a quella di un conetto di qualche centimetro di altezza.

Le proprietà terapeutiche del calore sono note fin dai tempi più lontani. In Cina per esempio esistono le prove che circa 10.000 anni fa la cauterizzazione veniva utilizzata assieme alle tecniche di agopuntura.
Diversi erano i materiali usati per applicare il calore: foglie e ramoscelli secchi, carbone di legna, zolfo, bastoncini d’avorio. Oggi viene utilizzata esclusivamente l’Artemisia.

Una volta individuati i punti da trattare (la parte più difficile per il terapista) è necessario capire se il trattamento deve essere eseguito in dispersione oppure in tonificazione.
La differenza è molto importante, perché se il punto prescelto è in vuoto (kyo) cioè ha bisogno di energia, si deve tonificare (quindi fornire energia), mentre se il punto è in pieno (jitsu) cioè è carico di energia bloccata, stagnante, si deve disperdere, cioè far allontanare il più possibile l’energia.

Per eseguire queste due tecniche, normalmente si opera così: per la dispersione il calore deve essere forte, il sigaro lo si ruota in senso antiorario, se si usano i conetti, devono essere pochi e di piccola dimensione per farli bruciare velocemente.
Mentre per la tonificazione il calore deve essere moderato, il sigaro lo si ruota in senso orario mentre i conetti devono essere alti e stretti per farli durare di più.

Ora entriamo nel dettaglio della tecnica vera e propria, iniziando dal sigaro.
Dopo averlo acceso lo si posiziona sopra il punto interessato a circa 2 o 3 cm (dipende se ci sono in mezzo dei peli) e lo si tiene in tale posizione fintantoché la zona non si arrossa (normalmente il tempo che ci vuole è dell’ordine dei 2 o 3 minuti a punto, e dipende dalla situazione energetica).
A questo punto si può cambiare tsubo.

Con il conetto la faccenda è più complessa, perché una volta posizionato e acceso tramite un bastoncino d’incenso, bisogna essere rapidi a toglierlo proprio nell’istante in cui tocca la pelle, questo per evitare piccole ustioni cutanee.
Normalmente si usano 6/7conetti per punto.

Mentre è utile quando non si può premere con la mano, quando i meridiani sono in vuoto, quando l’energia ristagna in basso, e quando il dolore diminuisce con la pressione.

Infine esiste la possibilità di praticare la moxibustione impiegando contenitori per alloggiare frammenti di moxa. Questi contenitori detti moxatori (moxa boxes), sono a forma di cofanetto con il fondo provvisto di rete metallica fine e di coperchio per inserire la moxa.

In genere sono di legno, ma ne esistono anche di metallici ed hanno misure che vanno dai 10-15 cm di larghezza ai 5-10 cm di lunghezza e 3-8 cm di altezza.
All’interno di questi cofanetti vengono posti, al centro della reticella, uno o due frammenti di moxa grandi, più o meno, 3 centimetri per 3 centimetri i quali vengono poi accesi e lasciati bruciare lentamente a coperchio chiuso.

Poiché la reticella si trova a 1-2 cm dalla cute, è pressoché impossibile l’ustione della medesima, tuttavia durante la fase centrale della combustione, il calore potrebbe essere molto intenso e la scatola può essere rimossa per pochi secondi. Date le dimensioni di queste scatoline, è possibile procedere alla moxibustione simultanea di più punti di agopuntura, specialmente sull’addome e sul dorso, dove i punti sono ravvicinati. Questa tecnica di moxibustione si addice a condizioni croniche, nelle quali vi sia forte insediamento del Freddo all’interno del corpo.

Un singolo trattamento di moxa dovrebbe trattare al massimo 6 punti. Il ritmo delle applicazioni è di uno ogni due giorno per arrivare ad una serie che va dai 10 ai 15 trattamenti.
Dopo questa serie, se non si sono ottenuti benefici, si dovrà osservare un riposo terapeutico di almeno una settimana, prima di ricominciare.
Ad ogni modo, protrarre una serie di trattamenti non presenta alcun inconveniente.

Non esiste nessun fenomeno di assuefazione alla moxa, perché questa pratica aiuta semplicemente il corpo a ritrovare il proprio equilibrio.

A tutt’oggi questa tecnica millenaria (la leggenda vuole che sia stata scoperta addirittura prima dell’agopuntura, quindi stiamo parlando del 7 mila prima di Cristo) viene utilizzata con esiti positivi in Cina negli ospedali dove si pratica la Medicina Tradizionale Cinese (MTC).

Concludendo, per quanto concerne i dolori lombari o problemi alle articolazioni in generale la Moxa si è rivelata un ottimo strumento terapeutico ed è particolarmente indicata nelle malattie croniche e nei dolori articolari in genere.
___________________________________________________
QUANDO NON USARE LA MOXA
– La tecnica della Moxa è sconsigliata in caso di ipertensione arteriosa, iperemia (accumulo di sangue negli organi), infiammazione acuta, malattie della pelle (nei, psoriasi, eczema, ecc.) e in caso di febbre a 40°, ma in genere non andrebbe applicata quando la temperatura corporea supera i 38°.

– Non è indicata nelle patologie dove vi sia evidente preponderanza di calore, su aree cutanee eritematose, o abrase, o ferite.

– Quindi non è indicata nelle forti ipertensioni arteriose con forte stasi di calore, nelle ansie con eccesso forte di calore, sulle aree cutanee psoriasiche o con lupus eritematoso, o con presenza di nervi sospetti o irritati.

– La moxibustione con cauterizzazione diretta è bene evitarla per il fortissimo dolore arrecato al paziente.

– Da evitare anche durante il ciclo mestruale.

– Per prudenza è bene non sottoporre trattamenti ai bambini di età inferiore ai 7 anni.

– Non esiste invece alcun limite massimo di età.
– Non è controindicata durante la gravidanza, ma in questo periodo è preferibile praticarla blandamente sul basso ventre e nella parte bassa della colonna vertebrale.

“” R I C C A R D O “”

 

 

Informazioni aggiuntive

Note