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LO ZEN E LA MANUTENZIONE DELLA POLITICA

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Descrizione

Accade a volte, seduti sotto un albero o in mezzo a un prato fiorito, di sentirsi in intimo contatto con la natura. Occorre allora uno sforzo per ricordare che tutto ciò, nonostante la pace e la gloria che ci circonda, corre il rischio di essere annientato. Di fatto, poi, ogni cosa incontra la morte.

In ogni istante questa vita è scandita da attimi di morte. In realtà, la grazia e la bellezza di questa vita non hanno discontinuità con la morte. In una danza che sembra eterna, vita e morte sono intrecciate, non divise, forse un tutt’uno. Il mistero di questa esistenza è ciò che, in alcuni momenti, nei momenti più silenziosi, si apre a noi senza svelarsi. Ci comprende, piuttosto che essere compreso da noi. Ci lascia con la meraviglia e la gratitudine, senza un grazie da dire a qualcuno, senza un dio che chiuda il cerchio del mistero.

Una gratitudine che si apre sull’universo come una finestra da cui lasciar uscire ed entrare il respiro della stessa materia e dello stesso spirito che ci circonda e che ci costituisce. Forse ogni morte è parte integrante di questa vita, non l’inizio di un’altra nell’aldilà, forse vita e morte sono parte di un unico processo, così come il respiro che è espirazione e inspirazione. Senza l’una, l’altra non esiste.

Questo è da milioni di anni il respiro del nostro pianeta. Ciò che è impensabile, ma che di fatto sta già accadendo, è che questo respiro corre il rischio di essere bruscamente arrestato. Procede da milioni di anni e ora rischia di cessare per sempre: non più alberi, non più canti di uccelli, non più fresche mattine. è l’uomo che sta asfissiando, soffocando, bombardando il pianeta e, insieme al pianeta, se stesso. Come mai?

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Prima edizione

1990

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