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L’ORDINE EGIZIO E LA MIRIAM DI GIULIANO KREMMERZ

50,00

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Descrizione

  • Egizia Fonte Cumana di Piazzetta Nilo

Prima di addentrarmi nei contenuti di questo libro, che dobbiamo alla fatica di un fedele ed entusiasta ermetista kremmerziano, ritengo opportuno suggerire al lettore di riandare alle riflessioni formulate dall’autorevole René Guénon in un’opera dal titolo eloquente di Considerazioni sulla via iniziatica.

Per farla breve ed attenendomi soltanto ai risultati delle convincenti riflessioni guénoniane, le vere organizzazioni iniziatiche, che sono sempre espressione di un Centro detentore dl una sapienza di origine sovrumana, si collocano, per tale dimensione trascendente, al di sopra delle sette religiose e delle semplici società segrete, con le quali non debbono per alcun motivo venire confuse.

Se non si hanno chiare queste (ed altre) elementari ma indispensabili precisazioni, circa le quali l’opera del Guénon e generosa di chiarimenti, é difficile farsi una idea esatta della vera essenza dell’Organizzazione iniziatica nota come Fr+Tm+di Myriam, voluta dal suo fondatore Giuliano Kremmerz con l’ approvazione del Centro iniziatico dal quale egli dipendeva.

Soltanto se si è compresa la dimensione iniziatica della Myriam e la vastità degli orizzonti spirituali che essa era rivolta a dischiudere, ci si potrà collocare nella giusta prospettiva per valutare la vicenda di questa compagine iniziatica, inopinatamente apparsa nell’ambiente del XX secolo, attraversato da correnti di pensiero tutt’altro che in sintonia con l’ideale dell’ascenso ermetico che essa propugnava.

La Myriam, addestrando il discepolo nel benefico e pietoso esercizio della terapeutica, intesa come medicina a distanza, lo conduceva, con la sua luminosa e potente teurgia, ad un grado di purità e di trasparenza spirituale, tale da consentirgli di intuire il senso non comunicabile di ulteriori arcani, che gli avrebbero permesso di collegarsi fatidicamente con il Centro di cui la Myriam era la diretta emanazione e che di essa rappresentava, senza soluzione di continuità, la dimensione più interna e misteriosa.

Questo basti, sia detto tra parentesi, per riconoscere la totale insipienza di coloro che, arrecando grave offesa all’aspetto femminile della divina Manifestazione, disdegnavano il carattere, a loro avviso soltanto”lunare”, della Myriam, indossando cosi la veste di maldestri astronomi impegnati nell’insensato compito di cancellare la Luna dalla carta celeste e dimenticando che la Luna riflette, temperata e quindi sostenibile dallo sguardo, la medesima luce solare che si irradia potente dall’Astro diurno.

Distogliamo dunque lo sguardo da tali assurdità e volgiamolo verso il grandioso scenario della dimensione iniziatica della Myriam, cosi simile a quella evocata dall’antico filosofo e teurgo Giamblico nei suoi Misteri. Per cui, venendo al punto,soltanto se vengano collocati su tale sfondo che trascende le umane (talora troppo umane) vicende delle cronache myriamiche, acquistano interesse e significato i comportamenti dei personaggi che, a vario titolo, ne hanno calcato le scene. I quali, altrimenti, sembrerebbero spesso condannati al ruolo di illustri(?) sconosciuti, destinati a lasciare senza risposta l’interrogativo manzoniano: chi era costui?

Solo se collocate sullo sfondo iniziatico che loro compete le cronache myriamiche acquistano un significato che oltrepassa la cerchia dei pochi curiosi ed ”addetti ai lavori” che sono soliti occuparsene e le testimonianze cartacee che Cisaria ha disseppellito per noi si rivolgono all’interesse sempre desto di chiunque intenda veder chiaro negli accadimenti che dietro l’apparenza modesta celano spesso tensioni gravide di importanti significati.”

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