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KATHA UPANISAD

19,50

Esaurito

Descrizione

Nel settembre 1995, Vimala Thakar decise di condividere con un gruppo di insegnanti yoga europei un’interpretazione alquanto desueta di questa Upanishad. In una cittadina dell’Himalaya questa saggia dell’era moderna ha cantato con gioia i dialoghi della Katha Upanishad rivolgendosi ai coloro nei cui cuori arde il fuoco della ricerca.

Il contenuto dell’Upanishad è noto (il lungo dialogo avvenuto negli inferi tra Yama, il dio della morte, e il fanciullo Nachiketas, giunto nel regno dei morti per riscattare il padre che aveva donato in beneficenza le sue vacche più smunte e prive di latte), ma ella, con la sua interpretazione, pone l’accento sulla verità al di là di tempo e spazio.

Tralasciando le implicazioni teologiche e mistiche, Vimala enfatizza l’essenza non-dualistica e olistica dell’Upanishad. Il sentiero tracciato non è unico, ma riguarda la conoscenza, la devozione e l’azione, i dialoghi presentano il sentiero universale dell’amore attraverso le parole che nascono dalla meditazione.

Ella inoltre ricorda ai suoi allievi che questa Upanishad non è stata scritta per rispondere agli interrogativi della vita dopo la morte fisica, ma piuttosto per ricordarci che qui la morte riguarda quella dell’ego nello stato meditativo.

Questo stato meditativo deve essere vissuto in ogni istante e durante ogni movimento della vita: è l’alchimia della vita.

Vimala Thakar nata in India, studia filosofia orientale e occidentale all’Università di Nagpur. In seguito partecipa attivamente al Bhudan Yajna, il movimento di ispirazione gandhiana fondato da Vinobha Bhave. Nel 1956 incontra Krishnamurti, il maestro che imprime una profonda svolta al suo pensiero e alla sua crescita intcriore, portandola ad abbracciare la vita “senza scopo e senza direzione” cui si sentiva spinta fin dall’infanzia. Dal 1962 è impegnata in un’intensa attività di conferenze e incontri sulla meditazione in Oriente e in molti paesi europei, tra cui l’Italia.

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