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IL DOLORE SUPERFLUO

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Descrizione

Da ridurre, da controllare, da “curare”
Possiamo pensare a una vita senza dolore? Non è possibile e non dovremmo neppure augurarcelo. La nostra stessa sopravvivenza, in assenza del «segnale» dolore, sarebbe messa in serio pericolo. Si tratta del «dolore-sentinella», un «campanello d’allarme» che ci avverte che qualcosa non funziona nel nostro organismo. Ma molte patologie degenerative o tumorali si accompagnano alla presenza di un dolore persistente che non ha più nessuna funzione biologica, che è fine a se stesso. Un dolore superfluo, che non ha alcun senso se non quello di infliggere una pesante punizione a chi sa, tra l’altro, di non avere più tanto da vivere.

Questo dolore deve essere eliminato e la stessa attenzione merita il dolore acuto, quello post-operatorio, più breve ma spesso lacerante. Queste forme di dolore, nel nostro Paese, non vengono adeguatamente curate. Siamo ultimi in Europa nell’impiego di farmaci oppiacei. Ignoranza, pregiudizi e rassegnazione hanno impedito di concepire la lotta contro il dolore come un obbligo terapeutico nelle strutture sanitarie e a casa del malato.

Le ragioni di questa anomalia, molteplici e complesse, vengono esaminate in questo volume, che offre al lettore alcune prospettive non solo della medicina ma anche della bioetica, della religione, della psicologia, della filosofia e dell’antropologia culturale. Tali prospettive sono state affrontate da Simona Argentieri, Giovanni Filoramo, Antonio Guerci, Salvatore Natoli e Gianfranco Ravasi.
Nella seconda parte del libro tre conversazioni, rispettivamente con Silvio Garattini, Franco Mandelli e Vittorio Ventafridda, scandagliano a fondo il tema «dolore». Completa il volume la presentazione della «Carta dei diritti sul dolore inutile».

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