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LA MUSICA TRADIZIONALE

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Descrizione

Che cos’è la musica tradizionale? Jean Thamar è stato il primo, fra il 1947 e il 1949, a proporre una definizione dei suoi princìpi, negati nel linguaggio musicale post-rinascimentale occidentale, quando, in perfetta conformità alle altre discipline, anche la musica si distaccò da un modo d’essere che la accomunava per molti versi alla gran parte delle tradizioni musicali d’Oriente.

L’Autore, nel rilevare questo fossato profondo che l’umanesimo ha creato tra la musica anteriore e quella posteriore al Medioevo, contrappone la prima, melodica, ricca di modi e di ritmi ed essenzialmente cantata, alla seconda, polifonica, povera di modi e di ritmi e principalmente strumentale. I tratti della prima sono parimenti quelli di tutta la musica orientale, e vi si possono vedere le caratteristiche della musica tradizionale.

Soffermandosi sulle caratteristiche specifiche di quest’ultima, Thamar rileva come la musica post-medievale si sia gradualmente staccata dall’armonia delle sfere venendo meno alla causa esemplare: il Ritmo; alla causa efficiente: gli strumenti; alla causa materiale: la gamma, e alla causa finale: le armonie, ossia i modi musicali, la struttura melodica che determina e specifica i diversi stati d’animo la cui evocazione è l’oggetto proprio della musica.

L’esito finale della contrapposizione mostra come il musicista tradizionale è libero verticalmente ma non orizzontalmente perché, come tutti gli artisti tradizionali, e all’esatto opposto del musicista moderno, egli è libero in quanto alla causa esemplare e provvidenziale (Ritmo), ma non in quanto alla causa efficiente (gli strumenti), né in quanto alla causa materiale (la gamma), né in quanto alla causa finale (sentimenti da evocare: modo e melodia).

Musica tradizionale è un termine largamente usato negli ambienti dell’etnomusicologia. Thamar adopera tale espressione come sinonimo di musica perennis; il suo studio ci offre una compiuta esposizione dottrinale sul piano delle arti musicali, analoga a quella compiuta da A.K. Coomaraswamy e Titus Burckhardt sul piano delle arti figurative.

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