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DECODIFICARE LA GESTUALITÀ

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Descrizione

Quello legato alla gestualità è un modo di esprimersi antico, impiegato ben prima del linguaggio e della scrittura, e il cui studio consente di decodificare e indovinare, dietro il non-detto, ciò che una persona pensa e prova realmente, e quindi di cogliere la verità.

La trasmissione di un messaggio passa per il 55% attraverso i gesti, la mimica, l’aspetto fisico e le posture; l’intonazione della voce ha un’incidenza del 38% circa mentre un misero 7% è riservato alle parole che scegliamo di pronunuciare; sarà dunque la dimensione non verbale a lasciare maggiormente il segno nella ricezione di un messaggio.

Con l’aiuto delle illustrazioni, il libro ci insegna a riconoscere il vero significato dei più frequenti gesti, mimica e atteggiamenti: nel giro di pochi minuti, lo stato d’animo e le intenzioni più profonde del vostro interlocutore non avranno più segreti per voi!

Per capire bene il linguaggio del corpo, occorre aver capito bene il linguaggio del proprio corpo.

Alcuni gesti sono volontari e consentono di farsi capire in paesi di cui non si conosce la lingua, ma che hanno il nostro stesso sostrato culturale. Vi sono tuttavia alcune eccezioni: abbassare la palpebra inferiore con il dito in Francia significa “stai fresco” ed esprime incredulità; in Italia con questo gesto si consiglia semplicemente di “aprire gli occhi”. Negli Stati Uniti la stretta di mano viene usata abitualmente, in Francia di frequente, in Inghilterra e in Germania di rado e in Asia quasi mai.

In questo libro verranno descritti i gesti, le mimiche e gli atteggiamenti più comuni, e ne verrà spiegato il significato: di solito sono involontari e traducono dunque il nostro pensiero profondo.

Il modo migliore per esercitarsi a decodificare i segnali del corpo è quello di guardarsi intorno, analizzare le parti più in vista come il viso e le braccia, poiché le gambe possono essere nascoste sotto un tavolo, e chiedersi: «C’è armonia nell’insieme? Quel sorriso ostentato sarà sincero visto che braccia e gambe sono incrociate?»

A meno che non si abbia una disciplina di ferro, è comunque difficile prevedere ogni proprio gesto o espressione prima di un incontro: nella peggiore delle ipotesi potrebbe prodursi qualcosa di molto vicino alla manipolazione.

Occorre rimanere naturali, pur comprendendo il significato dei nostri gesti e di quelli altrui.

Se me ne sto sprofondato in poltrona con le braccia conserte, significa che mi sto annoiando e avrei voglia di dormire; prendere coscienza di ciò mi permette di fare lo sforzo di ascoltare fino in fondo, oppure di decidere di interrompere la conversazione (ovviamente nel modo più educato possibile) e defilarmi.

La buona comunicazione è possibile se c’è coerenza tra il linguaggio verbale e quello non verbale, tra ciò che dico e ciò che provo.

Due minuti sono sufficienti per farsi un’idea generale, parzialmente basata sul modo di occupare lo spazio, o di muoversi in esso.

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