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LA DEA MADRE E IL CULTO BETILICO

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La società e la cultura moderna presentano oggi, con nuove vesti, antichi retaggi culturali pagani, spesso assorbiti dalle attuali religioni, che però si ripresentano con forza tra le pieghe del manto tessuto proprio per nasconderli e coprirli.

Il vento della reminiscenza fa gonfiare questi veli, facendo loro assumere le forme di una antica figura pagana, la Dea Madre, divinità dai tanti nomi (Iside, Isthar, Venere, Gaia, Epona) che oggi potremmo facilmente identificare con le numerose Vergini Nere presenti in tutto il continente. Per conoscere le sue reali origini e andare alla ricerca delle tracce che la mater ha lasciato nel folklore e nella cultura popolare d’Italia e d’Europa, l’Autore si è addentrato tra le lande desolate di miti e antiche leggende. Sarà proprio il culto della roccia sacra (o belitico), presente nel folklore italiano, a guidarci come filo d’Arianna tra le figure di Artù e del paladino Orlando, di Teseo e il Minotauro, tra le Amazzoni e le divinità arboree, passando per Ulisse ed Enea, alla ricerca del ramo d’oro che schiude la conoscenza, o della mistica mela dell’albero dell’Eden, che tanto ricorda i pomi di Avalon o del giardino delle Esperidi.

Ancora oggi si possono udire i menhir cantare e parlare all’orecchio dell’uomo: suoni e vibrazioni d’eternità che riescono a lacerare quel velo che oscura il nostro passato.

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