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PER UNA TEORETICA DEL KARATE

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Descrizione

  • La filosofia del karate origine e attualità

Quanto espresso in questo testo relativo alla mia personale esperienza e non coinvolge minimamente la Federazione alla quale sono iscritto, quindi, qualsivoglia appunto o critica sono da indirizzarsi esclusivamente al sottoscritto.

Ovviamente, non condivido, come tanti altri, l’enfasi positiva posta da molti karateka sull’ingresso della via del karate alle olimpiadi, ritengo che il karate abbia poco o nulla in comune con chi cerca di saltare pi in alto, chi nuota pi veloce, chi corre più veloce, e così via. I postulati della sua pratica attengono a un altro piano esistenziale e questo prova a descrivere il testo.

Naturalmente comprendo i maestri e le federazioni tradizionaliste che non volendo essere isolate dall’amplificazione mediatica che l’evento olimpico produce ne accettino l’ingresso e spero riescano a proporre in contemporanea una collocazione del karate meno “sportivizzata” possibile. Mi chiaro che non facile tenere fuori il mondo del business, inteso in modo molto ampio e nel senso che lo sport ne uno strumento apologetico di consenso alle sue logiche di profitto illimitato, da una pratica che riguarda milioni e milioni di persone, tuttavia, personalmente, e assieme a tanti altri, resto fermamente contrario alla omologazione della via del karate allo sport.

E qui provo a spiegare perchè, non me ne vogliano i maestri tradizionalisti, io provo a comprendere le scelte federali e spero che anche la mia semplice opinione possa democraticamente esprimersi. Non me ne vogliano i praticanti del karatesport, non c’è nulla di personale a rilevare quanto non si ritiene filologico rispetto a una tradizione antica, al suo percorso, alla sua trasformazione nel tempo che non sempre evolutiva rispetto alla sua origine…già il Maestro Funakoshi rilevava che …”nel mare della Cina del Nord l’arte meravigliosa della mano nuda va tramontando, prometto di farla rivivere di fronte all’azzurro cielo….” La contemporaneità, globalizzante e omogeneizzante, sta spazzando via questa dimensione esistenziale ovunque in funzione di “altro”, questo altro che non chiaro.

Per alcuni già chiaro, forse, diventerà chiarissimo nel 2020…e speriamo di non essere completamente abbagliati nel 2024. Comunque, l’impressione che ho quella che il sistema sia riuscito a vincere e a ricondurre entro i suoi schemi quello che con la sua logica di “profitto” non ha nulla in comune in quanto originalmente partecipe di una modalità di relazione che oltre il profitto (mushotoku).

Le argomentazioni presenti nel testo sono il risultato della mia esperienza di principiante e di questa condizione mi piace mantenere lo spirito.

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